Nasce all´interno della biblioteca provinciale "Gabriele d´Annunzio" di Pescara il "Centro regionale di fonti e documenti per la storia dell´Abruzzo contemporaneo".
Si tratta di un fondo, realizzato grazie al contributo di 49mila euro stanziati dalla direzione Riforme istituzionali, enti locali e controllo della Regione, e promosso dalla collaborazione tra le quattro biblioteche provinciali abruzzesi, dalle università di Chieti-Pescara e dell´Aquila, dall´Istituto abruzzese per la storia della resistenza e dell´Italia contemporanea e dalla Fondazione Europa prossima.
"Lo scopo principale sarà - come spiega Enzo Fimiani, direttore della biblioteca "d´Annunzio" - produrre documenti su trascrizioni di fondi d´archivio, lavori a stampa del periodo contemporaneo, inchieste parlamentari, statistiche elettorali, carteggi e biografie di personaggi, testimonianze orali di protagonisti del nostro tempo, monografie sulle città abruzzesi e fotografie. Oltre questo, poi, saranno organizzati convegni e pubblicati volumi per cercare di far uscire definitivamente l´Abruzzo da una situazione di isolamento e marginalità rispetto al più ampio contesto della ricerca storica italiana".
Il nuovo centro di documentazione sarà illustrato venerdì, 8 febbraio, alle 17,30, nella sala dei Marmi della Provincia, in occasione della presentazione del primo volume che ne farà parte: la ristampa anastatica, curata dalla casa editrice Textus dell´Aquila, del volume "Abruzzi e Molise, tomo I, relazione del delegato tecnico Cesare Jarach, della Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle Provincie meridionali e nella Sicilia" del 1909.
All´incontro, dopo i saluti di Giuseppe De Dominicis, presidente della Provincia, interverranno Luciano D´Alfonso, sindaco di Pescara, Umberto Dante, presidente dell´Istituto abruzzese per la storia della resistenza e dell´Italia contemporanea, e Luigi Ponziani, direttore della biblioteca provinciale "Melchiorre Delfico" di Teramo.
Presiederà l´incontro Fimiani. "La relazione Jarach" - spiega Dante nell´introduzione del volume - "approda ad una ricostruzione rassicurante delle trasformazioni, che vengono scrupolosamente registrate.
Dell´emigrazione si mostrano i molti aspetti positivi forse sottovalutando il chiaroscuro.
Rispetto alle posizioni ostili assai diffuse tra i ceti danneggiati, vengono indicati puntualmente i benefici che sono clamorosi soprattutto sul piano economico e civile.
Questo non solo per gli emigrati, viene osservato, ma per l´intera società.
Più variegato il quadro culturale, con un miglioramento dell´igiene, dell´ordine pubblico, in parte della condizione femminile.
Si registrano anche delle note dolenti: una certa crisi della famiglia, il diffondersi degli infanticidi, delle vedove bianche, dell´adulterio; le malattie polmonari riportate dalle miniere.
Tutti dolorosi risvolti di un processo comunque valutato come proficuo per la crescita economica della regione".
(AGI)
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