'Ndrangheta nella ricostruzione: Biasini resta in carcere

27 Dicembre 2011   10:31  

Resta in carcere l'imprenditore aquilano Stefano Biasini accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, finito in manette perchè ritenuto il gancio della 'Ndrangheta che stava mettendo le mani sulla ricostruzione dell'Aquila.

Il giudice per le indagini preliminari Marco Billi ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi legali Attilio Cecchini e Vincenzo Salvi che dopo l'interrogatorio di garanzia, confidavano in un'attenuazione della misura anche in vista delle festività natalizie.

Il Gip ritiene che le giustificazioni addotte dall'accusato in relazione alla sua presa di distanze dalla malavita calabrese di cui, secondo le accuse, era diventato una sorta di referente, devono essere dimostrate e verificate. Senza riscontri in tale direzione non ci può essere una svolta nelle indagini.

Gli avvocati, ora, pensano a ricorrere al tribunale del riesame.

Secondo la difesa Biasini aveva interrotto da tempo i contatti con persone vicine alle cosche e, comunque, era inconsapevole che le persone con le quali aveva intessuto rapporti fossero legate alla 'Ndrangheta.

Insieme al 34enne Biasini, sono finiti in cella Antonino Vincenzo Valenti, 45 anni, di Reggio Calabria, Massimo Maria Valenti (ai domiciliari), 38enne reggino ma residente all'Aquila nella zona di San Sisto e Francesco Ielo, 58enne anche lui reggino. 


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