''Nel Consiglio a difesa delle Province nessun cittadino a conferma della loro inutilità...''

29 Giugno 2012   15:29  

Riceviamo e pubblichiamo da Antonella Allegrino, consigliere Provinciale di pescara, favorevole all'abolizione delle Province. 

“Perché mai oggi i comuni cittadini dovrebbero considerare importante la sopravvivenza delle Province, percepite lontane dalle loro esigenze e da situazioni sempre più drammatiche come ci raccontano i numeri pubblicati quotidianamente e relativi alla situazione economica e sociale del nostro Paese? Sarebbero ugualmente distratti se si parlasse di abolizione dei Comuni?

Era già chiaro dal fallimento a livello locale delle mobilitazioni istituzionali a difesa delle Province che l’argomento interessava a pochi, la riconferma è arrivata dalla scarsa partecipazione riscossa dal Consiglio Provinciale di oggi, seduta aperta, a cui erano  stati invitati anche tutti e 46 i sindaci del territorio, oltre agli stessi consiglieri, per ascoltare le ragioni di tre esponenti venuti apposta dall’Unione delle Province Italiane per parlare dell’incostituzionalità dei tentativi di abolirle e ridimensionarle.

Alla seduta erano presenti solo  rappresentanti di 5 Comuni (oltre a tre sindaci anche Consiglieri Provinciali) e nemmeno un cittadino comune: mi chiedo che tipo di mobilitazione si possa sperare di organizzare in queste condizioni. E’ chiarissimo che la sopravvivenza delle Province è un argomento che interessa solo alla politica e a chi ne fa parte e che di tali Enti si potrebbe fare a meno, in nome di una riforma seria degli organi dello Stato e dei poteri e delle competenze che i territori dovrebbero avere in  capo a soggetti in grado di sostenerli.

Non sono inoltre da sottovalutare i costi indiretti, come quelli che oggi ricadono sulle spalle dei cittadini e degli operatori economici i quali debbono avere a che fare con diversi enti anziché ad esempio con il solo Comune, per poter disbrigare pratiche, a discapito della tanto ventilata necessità di semplificazione burocratica.

Oggi le Province si occupano di scuole e strade, con risorse statali che potrebbero essere affidate direttamente ai Comuni : infatti perché un Comune che oggi si occupa dell’edilizia scolastica primaria e secondaria di primo grado, non potrebbe fare la stessa cosa anche per le scuole superiori? 

Inoltre i bilanci provinciali vengono impiegati in gran parte per pagare i dipendenti; in Abruzzo per esempio ne sono 2.200.

Persone che, in caso di abolizione, non perderebbero il posto di lavoro, mapotrebbero essere impiegate in altre istituzioni in sofferenza, risolvendo problemi di organico altrimenti destinati a rimanere irrisolti: si pensi al personale delle Questure, o dei Tribunali  ad esempio.

Come detto, porterò avanti il mio impegno di consigliere provinciale in seno all’ente per rappresentare la voce della comunità territoriale, rimanendo convinta della necessità che i Palazzi della Politica debbano cominciare ad agire in nome e per conto dei cittadini di cui sempre più spesso perdono la percezione di bisogni e servizi. 

E affermando, inoltre, che è necessario avviare una riforma seria degli organi dello Stato a vantaggio di questa, al fine di rispondere a tutti i bisogni che la comunità avverte, con servizi efficienti e senza creare quelle paludi burocratiche che affliggono la Pubblica Amministrazione e fermano sviluppo e benessere”.


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