Niente raddoppio per il Megalò. La Regione silura il progetto

Luogo prescelto a rischio esondazione

02 Marzo 2009   10:05  

Cattive notizie per il Megalò, il centro commerciale più grande d' Abruzzo. Le mire espansionistiche del monumentale Shopping center sono state infatti frenate dalla valutazione d' impatto ambientale commissionata dalla Regione: la località indicata nel progetto di potenziamento ed estensione della realtà commerciale è risultata essere inadeguata, in quanto zona “congestionata a ridosso del fiume Pescara, e pertanto a rischio esondazione”.

La struttura attuale, situata in quel di Chieti Scalo e precisamente a Santa Filomena, copre un'area di circa 62 mila metri quadri, e impiega circa 1.100 lavoratori. Il progetto di ampliamento prevede ulteriori 30 mila metri quadri di commerciale no food, e 420 nuove assunzioni. Nella zona individuata dai progettisti, oltre a negozi di abbigliamento, bricolage, elettronica ed articoli sportivi è prevista anche la costruzione di un albergo. Si tratta di un investimento di circa 30 milioni di euro in aggiunta ai 100 preventivati in partenza.

Presentata dalla ditta Savino Boldrin per conto della Sirec srl di Imola l'istanza di ampliamento del Megalò si è infranta contro il parere vincolante della Regione. "La localizzazione dell’intervento -si legge nel rapporto del Comitato V.i.a- non appare nel suo complesso idonea per la tipologia dell’intervento stesso che di per sé prevede un’ altissima frequenza di flussi d’utenza, relativi ad un bacino di rilievo regionale ed interregionale, in un’area con elementi di criticità ambientale (all’interno di un’ansa del fiume Pescara). La richiamata inidoneità non è di converso superata dallo studio di impatto ambientale che non esamina le principali alternative di localizzazione con le indicazioni delle ragioni della scelta sotto il profilo dell’impatto ambientale».

Non solo. Sembra che problemi e zone d'ombra siano emersi anche in relazione alla collocazione territoriale del Megalò già esistente, quello di Santa Filomena. Nel suo pronunciamento inequivocabilmente negativo, il direttore regionale del settore Ambiente, Antonio Sorgi, ha rilevato alcuni aspetti poco chiari in merito alla gigantesca struttura commerciale in odore di espansione: pare che il Megalò sia stato edificato nella totale assenza di una valutazione di impatto ambientale. Nell'ultimo passaggio del rapporto si legge: "Si sottolinea inoltre, nel parere che alla valutazione di questa commissione non sono state mai sottoposte tutte le opere ad oggi realizzate e funzionanti quali, il centro commerciale, la viabilità extraurbana, le opere che hanno regolato il corso del fiume Pescara e il parcheggio ad uso pubblico ..."

Per i più informati la vicenda non sembra costituire una novità. Esposti e ricorsi alla Procura della Repubblica contro l'attuale Shopping center ve n'erano già stati. E nemmeno stupisce che le prime a denunciare la questione siano state le Associazioni ambientaliste, tra le quali ancora una volta spicca il Wwf, instancabile segugio di quanti mostrano di non rispettare l'ecosistema abruzzese. A meravigliare a questo punto, è piuttosto l'assoluta facilità con la quale l'enorme dimensione edilizia del Megalò abbia proliferato, crescendo indisturbata, nella più totale assenza di vincoli ambientali che ne frenassero l'impatto.

Ma anche per questo esiste una risposta. Il progetto sottostante al grande complesso commerciale di Chieti Scalo rientra in un accordo di programma facente parte dei Prusst(Programmi per la riqualificazione urbana sul territorio promossi dalla Giunta Pace), e firmato nell'aprile del 2002. Oltre alle autorizzazioni commerciali il progetto in questione sembra aver ottenuto anche il permesso del comitato di vigilanza del Pai, il Piano di assetto idrogeologico. In precedenza la zona era stata sottoposta a vincolo, in seguito però, le analisi e le osservazioni condotte sul luogo dalla stessa società, sembra abbiano convinto il suddetto comitato a tornare sulle proprie posizioni, portandolo a dichiarare nullo il rischio esondazione precedentemente rilevato. Ad ogni modo, il comitato regionale che ha valutato e poi respinto la richiesta di espansione del Megalò non ha dubbi: secondo le direttive della Comunità Europea il parere relativo all' impatto ambientale non può essere eluso, nè tantomeno escluso da qualsivoglia programma di riqualificazione urbana.


Giovanna Di Carlo

 

 


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