No-Triv, Appello per L'Aquila continueremo a batterci e a fare rete con tutti i movimenti

19 Gennaio 2016   13:43  

Abbiamo assistito in questi giorni al clamoroso voltafaccia della Regione Abruzzo sulla battaglia contro le trivellazioni petrolifere.

L'Abruzzo infatti insieme ad altre 10 Regioni, sotto la pressione dei movimenti No Triv, aveva promosso una richiesta di referendum per fermare la scellerata politica del Governo Renzi, che ha rilanciato le ricerche ed estrazioni petrolifere in tutta Italia, a terra ed in mare, a scapito del turismo, della pesca, dell'ambiente e della salute dei cittadini. Adesso invece, la giunta regionale guidata dall'asse L'Aquila-Pescara con D'Alfonso e Lolli, con un meschino quanto servile cambio di politica, si schiera con il Governo, contro le altre 9 regioni proponenti del referendum, molte delle quali a guida PD.

Il motivo sta nel fatto che il Governo, nel tentativo di impedire il referendum, con un emendamento alla legge di stabilità ha ripristinato il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa (ma solo per le nuove autorizzazioni, salvando tutte quelle esistenti), fermando in questo modo, almeno momentaneamente, il progetto Ombrina mare che minacciava le coste abruzzesi. Se questa rappresenta un'innegabile vittoria del movimento No Triv, dall'altro però non si deve dimenticare che il problema delle trivellazioni non è affatto risolto, visto che il Governo con furbizia ha "sospeso" il progetto Ombrina, congelandone l'approvazione. In questo modo se tra qualche anno (o mese) si ricambierà la norma sulle 12 miglia Ombrina si potrà fare, e considerando che la norma è stata cambiata e ricambiata 3 volte negli ultimi 5 anni, qualche dubbio rimane.

Di fatto, D'Alfonso ha trattato il suo no a Ombrina con la promessa di mettersi al fianco del governo nell'opposizione al referendum, e quindi alla democrazia. Ha scelto di stare con il potere, anziché con le persone.

Vogliamo ricordare a D'Alfonso e alla sua maggioranza, che oltre le 12 miglia l'Italia rimane il far west dei petrolieri, con tantissime nuove ricerche ed autorizzazioni in corso come quella firmata dal Ministro Guidi a dicembre (in barba alle belle parole sui cambiamenti climatici) perfino nel paradiso naturalistico delle isole Tremiti.

Anche per questo la Corte di Cassazione ha dichiarato ancora ammissibile il referendum contro le trivellazioni, e per questo le altre 9 regioni continuano a portare avanti questa battaglia che, lo ricordiamo a D'Alfonso, è una istanza che coinvolge tantissime comunità e territori, in un percorso unito e solidale. Una battaglia per un diverso modello energetico e di sviluppo, basato sulle energie rinnovabili ed il risparmio energetico, sulla tutela dei territori, sulla valorizzazione dell'ambiente e delle economie locali basate su turismo e pesca, che questo Governo continua a danneggiare, in favore degli interessi delle grandi compagnie petrolifere, gli stessi interessi che alimentano le guerre e le dittature, che distruggono i territori, che nutrono il terrorismo e provocano le migrazioni. E' questa una politica sbagliata ed ipocrita, visto che tutto il mondo (Italia inclusa) durante la conferenza sul clima di Parigi a dicembre, ha sottoscritto un accordo sul clima che sancisce il definitivo abbandono dell'economia basata sulle fonti fossili.

Desta ancora maggiore indignazione, per noi aquilani, che tante volte - dopo il terremoto del 2009 - abbiamo invocato la solidarietà degli altri territori nella nostra battaglia per una ricostruzione giusta, vedere che un simile atteggiamento egoista, miope e servile della giunta di Luciano D'Alfonso e Giovanni Lolli, sia stato avallato anche dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, che ha sottoscritto personalmente la "lettera" con cui D'Alfonso ha deciso di schierarsi con il Governo, contro il referendum e le altre 9 Regioni, scavalcando tra l'altro in maniera del tutto autoritaria una decisione ufficiale del Consiglio regionale.

Come Appello per L'Aquila continueremo a batterci e a fare rete con tutti i movimenti, i comitati e le forze politiche che vogliono davvero cambiare questo sistema, a partire da questa classe dirigente.


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