No ai cani nelle aree gioco

Cittadini a quattro zampe

13 Marzo 2008   19:06  

Tutte le famiglie con un cane vorrebbero portarlo fuori nelle seppur rare passeggiate in città nei limitati spazi verdi che L’Aquila ci offre. Dopo le tante polemiche sul randagismo, problema annoso che pare non trovare soluzione, si apre una nuova piaga per i nostri amici da un’ordinanza del sindaco Massimo Cialente che vieterebbe l’ingresso degli animali nelle aree verdi della città. Secondo Cristiana Graziani, responsabile regionale dei Verdi «Il divieto comprende, oltre ai giardini pubblici, anche qualsivoglia spazio inerbito, dalle aiuole stradali ai lati di determinate strade, perfino zone normalmente adibite a parcheggio ed aree incolte. E’ un’ordinanza ridicola e incostituzionale».

Dal canto suo Cialente risponde che “il divieto di ingresso riguarda esclusivamente i parchi e le aree per le attività ludiche, i cui giochi sono usufruibili solo da bambine e bambini fino a 12 anni”. Ma le aree così delimitate per il momento sono solo due (parco del Castello e Viale Rendina) per le altre “si ha intenzione di di delimitarle completamente in modo opportuno”. Nel frattempo però si è creato un gran polverone oltre che confusione nei cittadini che per il momento non capiscono bene dove poter andare a passeggiare e dove no.

Dunque chiara intenzione del sindaco, è proteggere i bambini da eventuali malattie: ci chiediamo se può bastare il divieto ai cani padronali e ignorare i molti cani che vagano randagi per la città. La responsabile dei Verdi ci ricorda in una intervista telefonica, che in comune non si è ancora affrontato il tema della sterilizzazione, unica soluzione al problema del randagismo, ma si pensa alla destinazione di fondi per la costruzione di nuovi canili che, secondo Cristiana Graziani, non disincentiva la pratica dell’abbandono.

Da queste posizioni in conflitto, sorgono delle riflessioni: le aree non sono ancora delimitate quindi aperte ai cani randagi per cui il divieto riguarda i cani padronali; ma i padroni dei cani hanno l’obbligo, secondo un’altra ordinanza, di raccogliere le deiezioni solide dei cani. Dunque le aree destinate ai bambini, allo stato attuale, rischiano comunque di essere sporcate dai randagi, e nello stesso tempo i cani al guinzaglio con al seguito il padrone che pulisce i loro bisogni, non possono entrare nella aree giochi……Ci sembra che per rispettare i suoi buoni propositi, il sindaco debba quantomeno provvedere alla mappatura delle aree e alla delimitazione delle stesse al più presto per dare chiarezza agli aquilani.

Di tutt’altro avviso l’amministrazione comunale di Pescara che ha approvato una sorta di piano regolatore riservato ai cani che comprende 13 zone sparse su tutto il territorio dove far scorrazzare liberi i nostri amici, con distributori di palette e panchine, alcune anche vicine a aree giochi per bambini. Ci incuriosisce l’esito di questa bella iniziativa che seguiremo e perché no, riporteremo al nostro sindaco nella speranza di migliorare la nostra città. Se è sacrosanta la salute e la disciplina dei cittadini è altrettanto sacrosanto vivere in una società che tuteli allo stesso modo la salute e la libertà degli amici a quattro zampe.

Dal canto nostro, pensiamo che la voglia di prendere un animale in famiglia può essere anche quella di creare nei più piccoli il senso di responsabilità, di sviluppare la sfera affettiva e la tolleranza verso gli altri. Alla luce di ciò, è un buon insegnamento per loro delimitare radicalmente le aree destinate agli “umani” e quelle destinate agli animali? Fargli scegliere se andare sullo scivolo lontano dal fedele cagnolino, o con lui ma lontano dagli amici sull’altalena? Forse ci si è dimenticati che spesso i padroni dei cani sono proprio i bambini. E la “cultura animale”, se così si può chiamare, è aggregazione, amore, tolleranza e forse loro ce lo possono insegnare.

 

AB 


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