No dei teatini alla nuova provincia Pescara-Chieti

12 Novembre 2012   12:27  

La nuova provincia Pescara-Chieti "non s'ha da fare": questa l'opinione comune e pressoché unanime dei cittadini di Chieti riguardo il prossimo, ed ormai praticamente certo, accorpamento della loro provincia con quella della storica rivale Pescara, perdipiù con capoluogo nella città adriatica.

Al massimo, se proprio di unione si deve parlare, la palma di capoluogo dovrebbe spettare a Chieti.

Gabriella D'Orazio, titolare dello storico Caffé Vittoria in corso Marrucino, ritiene la futura nuova provincia "una colossale ingiustizia, della quale non si riesce a comprendere la ragione, dal momento che, insieme a L'Aquila, la sola provincia abruzzese che possiederebbe tutti i requisiti per rimanere autonoma é proprio la nostra. A mio avviso, avrebbe avuto più senso unire Pescara e Teramo, palesemente fuori parametri, e lasciare da sole Chieti e L'Aquila. Non é una semplice questione di campanilismo: ora che la nostra città non sarà più capoluogo, perderà qualsiasi servizio, e per noi commercianti sarà veramente una tragedia". 

Pressoché speculare l'opinione della signora Giuliana Bonvecchio, proprietaria di un negozio di articoli sportivi in pieno centro, che aggiunge: "Siamo già stati privati del distretto militare, uno dei più importanti del centro Italia, ci siamo visti costretti a condividere la nostra storica Univesità con Pescara, ed ora vogliono privarci anche dello status di provincia. Una provincia che ha una storia ed un'anzianità nettamente superiore a quella del nostro prossimo capoluogo".

Laconico, ma al contempo estremamente diretto, il commento di Andrea Giuliani, gestore di un negozio di ricambi per motociclette in piazza Matteotti: "Ormai la decisione é stata presa, non penso si possa torare indietro. Volevano distruggere Chieti e purtroppo ci sono riusciti. Non ci resta che lamentarci, anche se non servirà a nulla". 

Ne fa una mera questione di possesso di requisiti anche Ada De Cerchio, titolare di un negozio di abbigliamento presso la caserma "Spinucci", l'ex distretto militare: "Tra Chieti e Pescara, la sola provincia che ha i requisiti per rimanere tale é Chieti. Se proprio bisogna accorparle, il titolo di capoluogo dovrebe spettare di diritto a noi".

Fondamentalmente contrario all'idea, ma tutto sommato serenamente rassegnato il cartolaio Piero D'Ettorre: "E' tutta una questione di giochi politici. Chieti aveva i requisiti ma nessuno ne ha tenuto conto. Come mai province come Brescia o Bergamo, per citarne due a caso nella nostra stessa condizione, verranno entrambe mantenute da sole e Chieti invece no? Perché politicamente contano più di Chieti, tutto qui".

Nel capoluogo teatino, insomma, la questione delle nuove province sta provocando lo stesso malcontento che stanno vivendo molte altre realtà italiane. E le polemiche non sembrano certo destinate a finire qui, visto che nella giornata di domani é in programma, presso il Teatro Supercinema, un'assemblea cittadina sul tema: l'atmosfera promette di essere alquanto rovente.

Noi ci saremo per raccontarvi cosa deciderà l'assemblea e quali azioni intenderà adottare.

 

Lorenzo Ciccarelli


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