Norvegia, vince la destra ma è quella dello stragista di Utoya. Chiodi su Fb non nota le differenze

La destra norvegese è molto lontana da quella italiana

11 Settembre 2013   18:05  

In Norvegia vince il centro destra.

Di per sé non sarebbe una notizia, se non fosse che la destra vince dopo 8 anni di centro sinistra, e se non fosse che la destra norvegese è quella di Anders Behring Breivik,  che nel 2002 giovanissimo venne eletto Presidente dell’organizzazione giovanile. Lo stesso che otto anni dopo è stato l’autore delle stragi di Oslo e Utoya, in cui sono morte 77 persone.

I conservatori Erna Solberg e Siv Jensen hanno vinto le elezioni in Norvegia con il 53,9 per cento dei voti. Il centrosinistra del premier uscente Jens Stoltenberg si è dovuto accontentare delle briciole, ottenendo il 40,5 per cento dei voti. Il Partito del Progresso ha ottenuto il 6,6% dei voti, conquistando 29 parlamentari. Sarà dunque un alleato strategico per i conservatori.

Il Partito del Progresso, considerato xenofobo da molti osservatori, in passato ha proposto campi di raccolta per gli immigrati in cerca di asilo politico. Si tratta di un movimento che difende “la purezza culturale del popolo norvegese” e che si batte contro multiculturalismo e islamizzazione.

Il Partito tentò subito di prendere le distanze da Breivik, personaggio scomodo. Tre anni sono già tanti, evidentemente, per chi ha deciso comunque di dare il suo voto a un movimento di estrema destra.

E il Governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ne dà notizia, sobriamente, su facebook. Senza far minimamente notare che quella è una destra che nulla dovrebbe avere a che fare con il tipo di centro destra che esiste in Italia.

E c'è anche Lorenzo Sospiri a commentare: "Precisamente la destra centro" prendendo distanza dalla destra xenofoba, forse, ma senza riuscirci.

Un commento subito dopo infatti nota: "sembra più di destra che di centro"

Però se il centro destra vicino all'autore della strage vince, nel Parlamento entrano anche dei sopravvisuti a quell'atrocità. Quattro giovani laburisti, sopravvissuti al massacro, sono stati eletti. A candidarsi, però, erano stati in 33, tutti scampati alla morte.

(b.b.)


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