Cresce la preoccupazione per il ritrovamento di dispositivi mobili: interrogativi sulla sicurezza e richieste di interventi concreti dal Ministero.
Ancora una volta, il carcere di massima sicurezza di Sulmona torna sotto i riflettori. Durante recenti controlli, gli agenti penitenziari hanno sequestrato un telefono cellulare nascosto nei cestini della spazzatura, episodio che si somma a una lunga serie di ritrovamenti di dispositivi non autorizzati. Da inizio anno sono stati scoperti oltre 70 telefoni, una situazione che continua ad alimentare preoccupazioni sulla gestione della sicurezza all’interno della struttura.
Questa problematica, secondo il sindacalista Mauro Nardella, sottolinea la necessità di implementare tecnologie di schermatura per impedire comunicazioni non autorizzate con l’esterno, soluzione già presa in esame dal Ministero della Giustizia. L’allarme non riguarda solo i telefoni ritrovati. Recentemente, un’indagine della DDA di Napoli ha coinvolto il carcere di Sulmona, rivelando che dispositivi e droga venivano recapitati ai detenuti tramite droni, evidenziando la complessità del fenomeno.
I numeri sono impressionanti: solo a ottobre erano stati sequestrati dieci telefoni in dieci giorni, una media che conferma l’escalation del problema. Non mancano precedenti significativi, tra cui il ritrovamento di otto telefoni e 200 grammi di hashish in un sacco abbandonato nei pressi del carcere. Episodi simili si sono verificati già negli anni scorsi, quando dispositivi erano stati introdotti in modo illecito e persino trovati in possesso di agenti penitenziari coinvolti in traffici interni.
Nel frattempo, continuano i lavori per la costruzione di un nuovo padiglione, destinato a ospitare circa 200 detenuti, il cui completamento è previsto entro la prossima primavera. Tuttavia, gli episodi di questo tipo mettono in discussione l’efficacia della gestione complessiva della struttura, rendendo necessarie soluzioni urgenti per garantire maggiore controllo e sicurezza