Oliviero Toscani: "Non vedo l'ora di andarmene dall'Aquila, sega chi non si è fatto fotografare"

18 Luglio 2013   14:00  

In una conferenza stampa il fotografo Oliviero Toscani risponde al fuoco di fila di polemiche scatenatesi a seguito delle sue affermazioni forti nei confronti dell'Aquila e della ricostruzione. Del tipo:

''Non avrei pazienza di stare qui per guardarmi indietro, mi farebbe arrabbiare. Non starei qui a ricostruire niente. Questa città mi ha tradito, l'avrei già lasciata'';

''Se fossi un ventenne me ne sarei già andato'';  

''non siete stati bombardati da un nemico siete stati traditi dalla natura di questo posto, la natura ha deciso di farvi questo brutto scherzo. Lascerei crollare questa vecchia puttana che vi ha tradito! Lascerei crollare le macerie puntellate della città e ricostruirei una nuova L'Aquila da un'altra parte''.

Oliviero Toscani prova a spiegarsi meglio e nella sostanza conferma tutte le sue opinioni, prima di andare via, perché sottolinea ''sono felice di partire oggi da questa città e urlerò di gioa appena sarò in macchina''.

Afferma Toscani: '' A San Felice Panaro in Emilia, dopo il loro terremoto, partecipai ad un progetto fotografico, fotografai i volti, le persone. Foto messe in mostra il giorno della festa, e ci fu una bellissima accoglienza. Decisi di fare la stessa cosa qui a L'Aquila, senza compensi e a mie spese.''

E invece prosegue Toscani, qui a L'Aquila l'accoglienza è stata ben diversa.

Il sindaco tanto per cominciare è stato un ''maleducato'' perché non è venuto nemmeno a salutarlo, a chiedere ''cosa stai facendo.'' Ci sono aquilani che dopo le polemiche non si sono voluti far fotografare.

I giornalisti poi non ne parliamo, sempre pronti a cercare lo scandalo e la provocazione, lascia intendere Oliviero Toscani, diventato famoso per i cartelloni shock della multinazionale Benetton.

Spiega Toscani che girando per L'Aquila ha visto ''tubi non innocenti'', anzi, ''tubi colpevoli'', ha compreso che ''c'è qualcosa fatto male per eccesso di zelo''.

Di aver avuto notizia di tante speculazioni e di ''quattro famiglie potenti'' che già stanno ricostruendo la loro casa e così via. E di aver detto quello che pensava ai giornalisti.

''Ma se tu dici quello che senti, in sincerità – si lamenta  Toscani – se dici cose scomode soprattutto per te, e non quello che gli altri si vogliono sentir dire, ti metti nei problemi. In questo paese se uno dice una cosa ovvia, scoppia uno scandalo''.

A seguire la corretta esegesi della frase incriminata della ''città puttana''

''Ma come fa una città ad essere puttana? Era una battuta artistica, è un modo per spiegare una immoralità.

Mi hanno detto che ''nessuno può giudicare la mia città'', gli ho fatto capire che questa è anche è la mia città, ma non lo poteva capire.

Io lo penso e lo ripeto:   questa città non vi vuole bene, vi vuole ammazzare, ne ha fatti fuori 309, e l'avete costruita nei secoli per avere questo risultato. La città non vi vuole, non è una città amica.''

E conclude: ''E' stata una bella esperienza, ho avuto la fortuna di avere un gruppo di fotografi che mi hanno fatto vedere L'Aquila in certo modo. Qui si può fare molto altro dal punto di vista artistico.

E sarebbe sarebbe bello fare una mostra a L'Aquila con le facce degli aquilani che ho fotografato. In barba a quelle ''seghe'' che non si sono fatto fotografare''.

Ma ho l'impressione che dia fastidio alla città. La mostra meglio farla a Roma, a Milano, a Venezia, perché ho l'impressione che lì L'Aquila interessi più che agli aquilani''

Applausi dal pubblico (in buona parte aquilano).

di Filippo Tronca
immagini e montaggio Marialaura Carducci


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