Omicidio Casalbordino: Di Tullio si poteva salvare se soccorso subito

01 Agosto 2012   11:58  

Si poteva salvare Gabriele di Tullio se solo chi lo ha ferito sparandogli alla gamba sinistra lo avesse soccorso in tempo: è quanto è emerso dall’autopsia eseguita sul corpo senza vita del 54 enne di Casalbordino trovato morto in aperta campagna all’alba di lunedì da un nipote.

È morto dissanguato l’ex operaio della Val di Sangro, padre di due figlie vedovo da un anno:  chi gli ha sparato, un cacciatore a giudicare dal foro di entrata e uscita sulla gamba dello sfortunato, riconducibile al  calibro utilizzato per la caccia al cinghiale, è fuggito senza pietà lasciandolo  morire lentamente: ne è certo l’anatomopatologo Pietro Falco  incaricato del caso, secondo il cui referto di Tullio è morto per dissanguamento.

Questo sul fronte autoptico laddove le indagini vanno avanti a ritmo serrato, ieri è stata la volta dei familiari e dei conoscenti ascoltati in caserma dai carabinieri di Casalborino congiuntemnte ai colleghi di Ortona : e se nulla di insolito è emerso dalla vita Di Tullio da stamattina pare che gli uomini dell’arma stiano passando al setaccio le cartucce di tutti i cacciatori della zona per verificare intanto il recente utilizzo e poi l’eventuale corrispondenza col pallettone mortale per di Tullio.

Secondo indiscrezioni di corrodio non confermate ad ora anche il fratello della vittima, Giuseppe di Tullio, avrebbe di sua spontanea volontà consegnato un fucile di sua proprietà sottoponendosi alla prova dello stub.

E se in paese in molti raccontano di bracconieri in azione di notte, anche nelle campagne dove è stato ucciso di Tullio, gli inquirenti non escluduono alcuna pista certi tuttavia che ad ore il giallo avrà un’identità, quella di chi ha lasciato morire in un campo un padre di figlio.


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