Omicidio Rigante: a Pescara situazione esplosiva

L’avvocato Franco Metta conferma la volontà di costituirsi di Massimo Ciarelli, latitante dalla sera dell’omicidio di Domenico Rigante. ''Senz’altro si costituirà. Nelle prossime ore, tra oggi e domani, al massimo nei prossimi giorni, ma l’orientamento è quello''.

A volerlo, e ad augurarselo sono anche i parenti dell'assassino e la comunità rom pescarese che in questi giorni e come non mai si sente sotto assedio, tanto che molte madri hanno preferito non mandare i figli a scuola per paura di aggressioni.

Si teme qualcuno negli ambienti ultras e non solo, non si accontentano del civile corso della giustizia, ma e daranno in qualche modo sfogo alla loro richiesta iperbolica di ''cacciare tutti Rom da Pescara entro cinque giorni''.

Da qui l'appello alla calma, non solo da parte dei familiari della vittima, ma anche di un preoccupato questore Paolo Passamonti:

''Cerchiamo di abbassare i toni - afferma - è un momento di dolore, le vendette le fa lo Stato applicando la legge, non si fanno creando spirali di violenza che non portano a niente. Dispiace a tutti quando muore una persona, io stesso ho sperato fino all’ultimo che fosse solo ferito. Ma adesso, se vogliono rispettare questo ragazzo, devono rispettare quanto richiesto dalla famiglia, che non vuole vedere altra violenza. La parola spetta allo Stato che deve assicurare alla giustizia chi ha commesso un reato grave per il quale ci si aspetta una pena grave''.

L'indignazione e il risentimento corre però nelle strade e sul web. Il cento pubblica oggi i seguenti emblematici messaggi:

''Hanno Mercedes fiammanti, case indipendenti, appartamenti, soldi, droga e pistole. L’Italia persegue il fruttivendolo che non fa uno scontrino, umiliando una persona che si alza alle 5 per lavorare 12 ore al giorno e persegue gli anziani pensionati intaccando la loro già misera pensione... e permette che gli zingari e i delinquenti in genere spadroneggino, anche ammazzando''.

''L’altra verità è questa: basta parlare di integrazione con i rom. Sono loro che per primi non la vogliono: ve li immaginate che si alzano alle 7 per andare a lavorare a guadagnare mille euro al mese? Li guadagnano in un giorno alzandosi a mezzogiorno''.

''Ho paura di andare in giro anche nella mia città. Che schifo''

E il tono e l'impostazione non cambiano in altri centinaia di post.

Intervengono infine il presidente della Fondazione nazionale Romanì e dell’associazione regionale Ciliclò, Nazzareno Guarnieri, per porre freno ad una deriva violenta di una situazione già esplosiva: ''Il tentativo della politica e dei media di generalizzare la violenza a tutta la minoranza rom presente a Pescara è gravissimo ed è la dimostrazione che sono i mandanti morali di questo omicidio, per aver troppo a lungo ignorato i propri doveri istituzionali e costituzionali.

Addebitare all’intera popolazione romanì le responsabilità del singolo è il gioco meschino degli opportunisti senza scrupoli. Il grave fatto luttuoso pone questioni da troppo tempo irrisolte e troppo spesso strumentalizzate dalla politica e dai media. Nei mesi scorsi, la nostra associazione ha denunciato pubblicamente il pericolo che potessero verificarsi gravissimi fatti.

Più volte abbiamo manifestato alla politica e alle istituzioni la disponibilità della nostra organizzazione, delle nostre professionalità e di una grande parte di famiglie rom ad affrontare con condivisione, competenza e chiarezza la questione dell’integrazione culturale dei rom, ma nessuno ci ha ascoltato. E’ vergognoso che questo grave fatto venga strumentalizzato con false verità, con la propaganda politica, con la generalizzazione.

Stiamo lavorando all’interno della comunità per cercare di calmare gli animi e ci siamo messi a disposizione delle forze dell’ordine, della Prefettura e del Comune. Sono certo che i nostri associati non sappiano dove si trova il presunto assassino, altrimenti, anche in forma anonima, lo comunicherebbero agli investigatori. In ogni caso, una volta trovato, sarà giusto punirlo in modo esemplare, ma in base alla giustizia costituzionale''