Omicidio Rigante: convalidato fermo dei quattro presunti complici

11 Maggio 2012   13:46  

Il gip del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, ha convalidato il fermo dei quattro rom che la squadra mobile ha bloccato nei giorni scorsi per l'omicidio di Domenico Rigante e per il tentato omicidio del fratello gemello Antonio. Tre di loro, questa mattina, in carcere a Pescara, si sono professati innocenti. Il quarto si e' avvalso della facolta' di non rispondere. Avrebbero agito in concorso con Massimo Ciarelli, arrestato sabato scorso sempre dalla squadra mobile, e rinchiuso in carcere a Vasto.

L'INTERROGATORIO

E' durato poco meno di un'ora l'interrogatorio di garanzia per i quattro Rom arrestati nell'ambito dell'indagine sull'omicidio del giovane ultrà Domenico Rigante, per il quale é già da sabato in carcere a Vasto il presunto assassino Massimo Ciarelli.

Alla loro identificazione gli uomini della squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana sono giunti grazie alle testimonianze dei testimoni oculari al raid della sera del primo maggio in Via Polacchi, sollecitati dall'appello delle Forze dell'Ordine. I 4, Antonio, Angelo, Luigi e Domenico Ciarelli, avrebbero preso parte al blitz nell'appartamento dove Domenico Rigante si era ritrovato con alcuni suoi amici. Al cospetto del Gip Maria Michela Di Fine e del Pm Salvatore Campochiaro, solo Domenico Ciarelli si é avvalso della facoltà di non rispondere, gli altri tre avrebbero professato la loro innocenza. Il loro avvocato Luca Sirodi ha annunciato anche un'indagine difensiva per dimostrare che nessuno di loro era presente quella sera in Via Polacchi, parlando anche di un alibi fondato, però, sulle testimonianze dei loro parenti, tra l'altro presenti in massa questa mattina davanti ai cancelli del carcere di San Donato a Pescara, i quali sostengono che quella sera i gemelli Antonio e Angelo, il fratello Luigi e Domenico erano con loro a casa. Intanto su alcuni blog e in alcuni comunicati di Amnesty International la città di Pescara viene inopportunatamente definita come città razzista invitando le autorità precostituite a tutelare la comunità Rom vittima di pericolose ritorsioni. Al di là di qualche isolato atto vandalico, la cittadinanza di Pescara ha con fermezza ma anche senso di civiltà chiesto che certi clan, e non tutta la comunità Rom, vengano indotti al rispetto delle regole della comune convivenza. Gli stessi Ultrà, in una nota, ricordano che l'unica vera vittima di tutta questa vicenda é un ragazzo di 24 anni padre di una bimba di pochi mesi e che per la sua memoria é più che lecito chiedere che venga fatta giustizia. "Nei momenti di rabbia - prosegue la nota - si dicono tante cose, qualche testa pazza forse c'é in mezzo a noi, ma nessuno di noi farà mai male ai rom solo perchè sono rom. Noi le azioni infamanti non le facciamo.



Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore