Omicidio Yara Gambirasio, La Giovane Poteva Essere Salvata. Studio Shock - LEGGI

30 Ottobre 2015   06:31  

BERGAMO - Molti, tropi punti non tornano nelle indagini sull'omicidio della piccola Yara Gambirasio.

Il settimanale 'Oggi' ha cercato di ricostruire la vicenda, mettendo in evidenza tutto ciò che non torna: "Yara poteva essere salvata se le ricerche fossero state tempestive? Si è perso tempo nella speranza che lei ricomparisse? Il lavoro di indagine per scoprire il presunto assassino di Yara è stato davvero colossale. Si pensi che sono stati fatti 20 mila prelievi di Dna; sono stati fotografati e analizzati in tutta l’alta Italia 4 mila camioncini Iveco e sono state monitorate per nove mesi 59 milioni di telefonate riferite a 118 mila utenze. Eppure resta nell’aria una domanda carica di angoscia: si può affermare, in coscienza, che la sera del 26 novembre è stato fatto tutto quello che si doveva e si poteva fare per ritrovarla viva?".

Dopo le dichiarazioni effettuate al processo, alle 18.42 Yara incontra Fabrizio Francese, il padre di una sua amica, l'ultimo a vederla viva, nell'atrio della palestra dove si allena Poi scompare.

Alle 18.44 Yara risponde a un sms dell'amica Martina Dolci: "Il telefono di Yara aggancia la cella di via Adamello a Ponte San Pietro che copre anche l’area del centro sportivo (quindi questa non è la prova che lei fosse uscita)". Alle 18.49 "il cellulare aggancia la cella di via Natta a Mapello, cella che copre sia la zona della palestra sia l’abitazione di Massimo Bossetti", si legge su Oggi.

Alle 18.55 il cellulare della piccola Yara si spegne agganciando la cella di via Ruggeri, zona nord di Brembate.

La mamma di Yara prova a chiamare sua figlia: "dopo tre squilli il cellulare della figlia si spegne. La chiamata è rimasta sul tabulato, quindi i tre squilli ci sono stati, mentre Vodafone assicura che il telefono era già spento alle 18.55 ma non sa dire quale cella abbia agganciato alle 19.11".

Passa un'ora e il padre Fulvio va dai Carabinieri: "Mia figlia non è tornata a casa. Ho paura che sia successo qualcosa di brutto". Il brigadiere Santino Garro "si fa dare il numero di cellulare di Yara, il nome del gestore, e si rivolge al Comando provinciale".

"Hanno tentato di localizzare il telefonino di mia figlia - ammette Fulvio Gambirasio - dicendomi che era forse nella zona di Calusco d’Adda o Cisano Bergamasco. Poi il brigadiere mi ha tranquillizzato: 'Non si preoccupi, capita che i ragazzi a questa età si allontanino. Ma poi tornano. Ripassi domattina che facciamo la denuncia'".

Il racconto del sottufficiale, davanti alla Corte d’Assise, è differente: "Con il mero di Yara interpellai il Nucleo investigativo che disponeva del sistema di geolocalizzazione 'Carro' in grado di rilevare in tempo reale se il telefonino è acceso e in quale macroarea geografica si trova. Mi risposero che era acceso e si trovava fra Monza e Novara. Il sistema 'Carro', oggi in disuso, non era molto affidabile. Si trattava di un’informazione poco precisa. Per questo, su mandato del magistrato, ci rivolgemmo alla Vodafone con la procedura del 'soccorso pubblico'. La risposta arrivò a mezzanotte e dieci: il cellulare di Yara si era spento alle 18.55 e aveva agganciato la cella di via Ruggeri, a Brembate".

Il problema - come rivela Oggi, che cita il parere dell'ex ufficiale del Genio miliatare Giuseppe Dezzani, è che "il sistema 'Carro' era uno strumento non molto preciso: "Non sempre era affidabile ma spesso ha dato indicazioni utili, tanto che con il 'Carro' sono state fatte fior di operazioni anticrimine. Oggi abbiamo dei protocolli precisi. Le Forze dell’ordine che ricevono la segnalazione di una scomparsa si rivolgono direttamente al gestore del cellulare e hanno la risposta in tempo reale. Perché le compagnie telefoniche hanno un ufficio apposito con un tecnico presente 24 ore su 24 che è in grado di stabilire non solo l’antenna ma anche quale dei tre spicchi che la compongono ha agganciato quel telefono e addirittura a quale distanza si trova. In pochi minuti quindi sono in grado di localizzare chi si sta cercando", spiega Dezzani a Oggi.

"Nessuno ha chiesto perché Giancarlo Mancusi, il Pm che era di turno la sera del 26 novembre 2010, non ha aperto un fascicolo sulla sparizione di Yara", dichiara Oggi.

Il fascicolo, infatti, fu aperto solo il giorno dopo (sabato) dal Pm Letizia Ruggeri. L'ex ufficiale Giuseppe Dezzani è certo: "Nessuno ha cercato Yara - ha commentato l'ex ufficiale Giuseppe Dezzani -. Questo è emerso dal processo. Eppure, secondo i medici legali, almeno fino a mezzanotte la ragazza era ancora viva".

"Anche i tre squilli che la mamma dice di aver sentito, sono una anomalia che va chiarita - afferma Dezzani. - Il cellulare di Yara si è spento alle 18.55 o alle 19.11? Se la chiamata delle 19.11 figura sui tabulati perché la Vodafone non dice quale cella ha agganciato il telefono a quell’ora? Dov’era Yara? In realtà, forse c’è una spiegazione. Yara era in compagnia di un’altra persona che sentendo il telefono squillare le ha impedito di rispondere e ha tolto la batteria che poi, con la Sim, è stata trovata nella tasca del giubbotto della ragazza".


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