Omicidio di Ateleta, quarta udienza a L'Aquila

03 Febbraio 2011   18:42  

Si e' svolta oggi in Corte d'Assise a L'Aquila la quarta udienza istruttoria per l'omicidio del cameriere di Ateleta, Giuseppe Petrilli, con imputati Rita Guerra, moglie del defunto Petrilli e Antonio Di Bucci, amante della Guerra, entrambi accusati di omicidio premeditato, distruzione e occultamento di cadavere.

Oggi sono stati ascoltati il consulente medico dell'accusa e quello di parte civile, con il primo che ha ribadito l'impossibilita' che lo sfondamento del cranio del Petrilli possa essere attribuito al capottamento della Fiat Panda sulla quale viaggiava, mentre le fotografie oggi esibite dalla consulenza di parte civile "avrebbero dimostrato danni ingenti alla vettura - sostiene Giuseppe Merlino, legale di Rita Guerra - tali da poter procurare anche lo sfondamento del cranio, tanto che il corpo fu ritrovato nel bagagliaio e questo potrebbe essere avvenuto con l'azione meccanica di capovolgimento del mezzo".

Il secondo consulente, stando all'esame peritale, ha confermato che nel distretto polmonare non erano presenti concentrazioni di anidride carbonica tali da far presupporre l'esposizione a fumi da combustione, fatto che confermerebbe l'ipotesi dell'evento della morte del Petrilli a prima che l'auto precipitando nella scarpata prendesse fuoco. Uno dei giudici popolari, un supplente, durante l'udienza e' crollato a terra presumibilmente per un piccolo malore, fatto che ha determinato una breve interruzione nell'escussione dei consulenti.

I fatti risalgono al 7 dicembre del 2003, quando il corpo di Giuseppe Petrilli fu trovato carbonizzato nella sua Fiat Panda in una scarpata al chilometro 8 della strada provinciale 84, nei pressi di Pietransieri, tra Roccaraso, dove lavorava, e Ateleta, dove viveva.

Inizialmente si penso' a un incidente dovuto al ghiaccio, ma alcune impronte sulla neve fresca e il corpo di Petrilli rinvenuto all'interno del bagagliaio dell'auto, oltre all'incendio della stessa, indussero gli investigatori a seguire la pista dell'omicidio. I primi riscontri arrivarono dall'autopsia effettuata sei mesi dopo il fatto, quando emerse che Petrilli poteva essere morto in seguito a un colpo alla testa. Il movente dell'omicidio fu attribuito alla relazione tra Antonio Di Bucci e Rita Guerra, moglie della vittima.





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