Omicidio suicidio Villa Fabio a Pescara, ok alla sepoltura di Di Martile

06 Aprile 2012   13:46  

Come Mr Stevens, il maggiordomo protagonista nel romanzo dello scrittore Britannico Kazuo Ishiguro “Quel che resta del giorno”, la fedeltà e la dedizione di Corina Dascalu per i suoi datori di lavoro erano totali.

24 ore su 24 da cinque anni, al fianco della signora Evelina, invalidata da un terribile ictus e sempre pronta ad assecondare le richieste di suo marito Antonio Di Martile, trasformato dal dolore per la malattia della moglie che faticava ad accettare. Corina la certezza per quella famiglia tanto da farne parte integralmente fino al momento in cui entra in scena il più classico degli imprevisti, l’amore per un ragazzo, Florin ed il desiderio di costruire un futuro con lui ed i suoi due figli di 7 e 14 anni. Un’apparente presa di distanze che Antonio Di Martile faticava ad accettare, richieste di permessi e di orari più flessibili hanno scatenato una lunga serie di litigi fino a quel terribile martedì quando Di Martile, ex guardia caccia, ha imbracciato il suo fucile ed ha sparato a Corina prima di rifugiarsi nello scantinato della palazzina di Via Punta Penna nel rione di Villa Fabio al confine tra Pescara e Villa Raspa di Spoltore e farla finita con un colpo al petto.

Corina, invece, è su un letto di ospedale, al reparto rianimazione del Santo Spirito di Pescara, le è stato amputato un braccio ed ha una contusione al polmone sinistro, ce la farà, ma chissà se potrà tornare a lavorare. Nel dramma la commovente generosità della famiglia Di Martile, i tre figli del pensionato, si son detti disposti a corrispondere il dovuto risarcimento alla 35enne badante romena.

Intanto questa mattina Il Pm Silvia Santoro ha concesso il nulla osta per la sepoltura di Antonio Di Martile i cui funerali si terranno presumibilmente dopo Pasqua.


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