Omofobia. Razzismo o malattia?

Il confine tra disagio psichico e ideologia

27 Agosto 2009   14:09  

Qualche giorno fa una coppia di innamorati è stata aggredita all’uscita della discoteca, mentre si scambiava effusioni. Le coltellate sono giunte da un quarantenne romano già segnato da diverse bravate, che stando al racconto dei testimoni, sembra sia letteralmente uscito fuori di testa alla vista di un bacio che uno dei giovani avrebbe dato al partner dello stesso sesso. L’omosessualità senza vergogna mostrata dai due ragazzi avrebbe pertanto attivato la rabbia cieca dell’aggressore, evidentemente affetto da grave e malcelata intolleranza verso forme alternative di legame sentimentale e sessuale tra adulti.

Intervistato da gran parte delle emittenti televisive e radiofoniche italiane, nel corso di una solita e inconcludente bufera mediatica, uno dei ragazzi aggrediti ha raccontato così l' intenso pestaggio subito all’uscita del Gay Village: “Stavamo finendo di mangiare un panino, ci siamo abbracciati e dati un bacio, come una normale coppia. Solo un bacio. Questa città negli ultimi tempi è cambiata molto. Mi sento stordito. Quell’uomo prima ha dato una bottigliata in testa al mio amico, poi a me e quando gli ho risposto che non facevamo nulla di male mi ha dato la coltellata. Perché mi ritrovo così senza aver fatto nulla di male? Mi chiedo perché arrivare ad uccidere per niente. Perché arrivare a questo?”

Parole dure sono state espresse anche nei confronti di quanti hanno assistito alla brutale scena del pestaggio, accusati di non aver mosso un dito in difesa delle due vittime. “Sembrava una corrida ma al posto del toro c’era un ragazzo insanguinato- ha affermato uno dei testimoni che hanno reso possibile la cattura del malvivente- nessuno interveniva, ma tutti guardavano. Guardavano quell’animale, quel matto che dopo avergli dato una coltellata riempiva il ragazzo trentenne di calci e pugni …”
Seppure esplicitamente indignato per l’accaduto, e per il leggero procedimento penale che a causa di un vizio di forma sembra abbia lasciato a piede libero l’aggressore, il sindaco Alemanno ha negato la tesi di un'ondata omofoba interna alla Capitale, riconducendo il fatto ad un episodio isolato di violenza con “chiaro movente di intolleranza sessuale”.

Stando ai dati forniti da un recente studio dell’Unione Europea tuttavia, sarebbero ancora molte le persone danneggiate nella salute e nella carriera da atteggiamenti omofobici. Circa 4 milioni di europei farebbero i conti con aggressioni, insulti, intimidazioni, discriminazioni e via dicendo, soltanto perché sessualmente attratti da individui dello stesso sesso. Non solo. Secondo tale studio sarebbe l’Italia il paese dell'Unione Europea con il maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale.

Una realtà che ben conoscono i cittadini di Roma, dove, soltanto nel periodo che va da novembre 2007 a luglio 2008 sono stati quattro i casi di grave violenza a sfondo omofobo giunti alla cronaca. Lo sanno bene i tre giovani omosessuali insultati e pestati la notte di Halloween di due anni fa alla stazione Termini, la studentessa fuori sede aggredita a calci e pugni che lavorava in via San Giovanni in Laterano, famosa Gay street già vittima di incendi dolosi e atti vandalici contro l’omosessualità, gli iscritti del circolo Mieli, dove l’aprile dello scorso anno un blitz squadrista ha devastato l’ingresso della sede e insultato i componenti con parole impronunciabili.

Omofobia. Pregiudizio o disagio psicologico?

Fatti espliciti, ma complessi da interpretare. Se infatti un banale -seppure irritante e ingiusto- atteggiamento di intolleranza verso la diversità (il diffidare di chi vota per l’altra parte, di chi attua costumi sessuali alternativi a quelli messi in gioco dalla media, di chi professa un credo differente etc) può essere ricondotto all’humus socioculturale e ambientale dove è cresciuto chi lo attua, gravi manifestazioni di violenza fisica e verbale, discriminazioni, e addirittura uccisioni non possono più essere ricondotte -al giorno d’oggi- al solo contesto culturale e ideologico di chi devia. Nessun essere sano, equilibrato, mediamente istruito e sufficientemente empatico si sentirebbe infatti gravemente offeso dalle effusioni di una coppia omosessuale al punto da aggredirla, svantaggiarla, umiliarla pubblicamente. Non oggi. Chi ha paura dell’altro- ricordano gli esperti- spesso teme se stesso, la propria personalità, fragile, imprevedibile, improbabile, non salda a sufficienza, e per questo bisognosa di identificarsi in qualcosa di definito che il diverso mette alla prova, sfida, demolisce.

Nella sua accezione psicopatologica l’omofobia viene definita come una irrazionale e persistente repulsione nei confronti delle persone omosessuali. Si tratta di un disagio in grado di compromettere il normale funzionamento psicologico del soggetto che ne presenta i sintomi. Compresa nella categoria dei disturbi d’ansia ed etichettata come “fobia specifica”, la paura dell’omosessuale e dell’omosessualità viene ricondotta, in tale ambito, ad una “dinamica irrazionale legata al vissuto del soggetto” piuttosto che ad un consapevole pregiudizio negativo nei confronti di chi vive relazioni sessuali con persone dello stesso sesso. Una definizione che, per quanto ancora non sostenuta da una sufficiente letteratura che ne consenta l’inserimento come patologia nei manuali di diagnostica psicologica, promette di guadagnare sempre più terreno portando cittadini, media e opinione pubblica a considerare il cittadino omofobo e violento come un “malato”, piuttosto che come persona affetta da semplice forma di intolleranza. Uno scenario a dir poco alternativo e tuttavia probabile, in cui l’atteggiamento comune nei confronti delle coppie gay verrebbe man mano ribaltato e sostituito da quello opposto: ad essere guardato con sospetto, compassione o imbarazzo potrebbe non essere più l’omosessuale, ma colui che lo perseguita.


Seguono i video di due film consigliati per una più attenta lettura dell’omosessualità e dei danni che l’omofobia provoca nelle famiglie, sul lavoro e nel sistema sociale. Il primo, famosissimo e parzialmente censurato in Italia, è “I segreti di Brokeback Mountain”, racconto di un’intensa e drammatica storia d’amore vissuta tra due esseri umani che hanno la sfortuna di nascere entrambi uomini nell’America rurale e puritana del Wyoming.



 

Il secondo, firmato Ozpetek, è “Saturno Contro”, dove i concetti di famiglia, coppia e amicizia vengono rivisitati alla luce di un sentimento universale che prescinde dal dato biologico per abbracciare integralmente la complessa natura dell’animo umano.

Il problema non è accettare, è condividere …

 

 

 

 

Giovanna Di Carlo

 

 

 


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