Operazione ”STURM OIL” I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito tra Lazio e Sicilia una vasta operazione di polizia giudiziaria che ha permesso di disarticolare le ultime propaggini del sodalizio criminale, operante tra l’Italia e altri cinque Stati europei (Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Malta), dedito all’importazione nel nostro Paese di ingenti quantitativi di gasolio da autotrazione in completa evasione dell’accisa gravante sul prodotto.
Quattro gli arresti, uno in carcere e tre ai domiciliari, che fanno seguito alle otto misure cautelari già eseguite nel marzo scorso nell’ambito delle indagini svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, con la preziosa attività di supporto dei membri di Eurojust.
Proprio partendo dall’analisi dei documenti, anche informatici, sequestrati a marzo che gli investigatori delle Fiamme Gialle sono riusciti ad attribuire nuovi ruoli e precise responsabilità in capo ad ulteriori soggetti, membri attivi della citata associazione criminale.
Quello scoperto è un vero e proprio fiume di carburante clandestino immesso in circolazione in Italia, dal 2013 ad oggi, che ammonta ad oltre 28.000.000 di litri, introdotto nel circuito commerciale nazionale in completa evasione dell’accisa, quantificata in oltre 17,3 milioni di euro.
Questi i numeri impressionanti della frode definitivamente debellata con la cattura di coloro che sono considerati i referenti del mercato capitolino per il traffico illecito, in grado di finanziare con ingenti capitali l’organizzazione criminale.
Gli arrestati sono Cirinnà Claudio, nei cui confronti è stata disposta la custodia in carcere, e Diacuno Maria Andrea, Monti Piero e Di Cesare Sergio, per i quali invece è stata applicata la custodia agli arresti domiciliari.
Sono stati individuati ed indagati, altresì, allo stato a piede libero, ulteriori acquirenti italiani del gasolio. Si tratta di soggetti compiacenti, titolari di imprese di autotrasporto o operanti nel commercio di prodotti energetici, tra i quali emerge per quantità di prodotto contrabbandato il titolare di un grosso distributore stradale che ha rivenduto a terzi il carburante “in nero”.
Tale condotta ha permesso a quest’ultimo di ottenere, in poco tempo, enormi profitti generati dal gap tra il prezzo di vendita, in media con quello praticato dagli operatori del settore ed il prezzo di acquisto, invece nettamente inferiore poiché non comprensivo della relativa accisa.
È stato denunciato, tra gli altri, il titolare di uno studio di consulenza estero che ha fornito un apporto qualificato e determinante per l’ideazione della fitta rete di società e la gestione dei flussi finanziari strumentali alla commissione della frode nonché al successivo occultamento dei profitti illeciti realizzati.