I consiglieri del Patto per l'Abruzzo occupano l'aula consiliare per contestare l'incremento dell'addizionale IRPEF destinata a coprire il deficit sanitario regionale.
Nella mattina del 3 aprile 2025, alle ore 9:00, i consiglieri di opposizione del Patto per l'Abruzzo, guidati da Luciano D'Amico, hanno occupato l'aula del Consiglio Regionale all'Aquila. Questa azione è stata intrapresa per manifestare il dissenso verso l'aumento dell'addizionale IRPEF deciso dalla maggioranza, volto a coprire il disavanzo della sanità regionale.
D'Amico ha dichiarato: "Abbiamo occupato l’aula del consiglio regionale all’Aquila a difesa dei lavoratori abruzzesi che non devono pagare con le loro tasse i fallimenti di politici e manager! Non molliamo di un centimetro!!!".
Durante la protesta, D'Amico ha evidenziato come, nonostante un budget annuale di 2,8 miliardi di euro, i cittadini siano costretti a cercare cure fuori regione o ad affrontare lunghe attese. Ha accusato l'amministrazione di aver aumentato al massimo le tasse, compresa l'addizionale regionale IRPEF, senza garantire servizi adeguati, denunciando che una parte delle risorse è stata destinata a finanziamenti secondari, come circoli sportivi, invece che alla sanità.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, alle 14:00, si è svolto un sit-in con la partecipazione dei sindacati, volto a rafforzare la mobilitazione contro l'aumento dell'addizionale IRPEF. Questo incremento fiscale è stato introdotto per coprire un disavanzo sanitario che, per il 2024, ammonta a 180 milioni di euro, ridotti a 90 grazie all'accantonamento delle ASL.
Le tensioni tra maggioranza e opposizione sono aumentate, con scambi di accuse reciproche. Il governatore Marco Marsilio ha definito i manifestanti "teppa rossa", mentre il capogruppo di Forza Italia, Emiliano Di Matteo, ha criticato l'invasione dell'aula consiliare, sottolineando che la sala è intitolata a una vittima del terremoto.
La protesta ha sollevato un acceso dibattito sulla gestione delle risorse sanitarie e sulle politiche fiscali in Abruzzo, evidenziando la necessità di un confronto più ampio e inclusivo sulle decisioni che incidono direttamente sulla vita dei cittadini.