Opposizioni: giù le mani dai Fas, non esiste nuovo buco sanità

24 Luglio 2010   14:15  

Opposizioni sul piede di guerra contro il piano operativo che deve coprire il buco, o meglio vecchi presunti e nuovi buchi nel bilancio disastrato della sanità abruzzese.

PD, NON ESISISTE DEBITO DI 101 MLN, TENTATIVO VERGOGNOSO

Per il capogruppo alla Regione del Pd, Camillo D'Alessandro, "non esiste il debito di 101 milioni di euro, esiste nella misura in cui il presidente Chiodi non vuole vendere gli immobili".

Secondo D'Alessandro 'e' vergognoso il tentativo del presidente Chiodi, la cui nomina a commissario alla sanita' e' la pagina piu' nera della Regione Abruzzo, di depistare l'attenzione degli abruzzesi con la menzogna sull'improvviso scoperto buco di 101 milioni di euro per coprire il contenuto delle sue personali scelte sulla sanita' e sulla riorganizzazione ospedaliera'.

Nello specifico per l'esponente dell'opposizione si vuole depistare l'attenzione "sul taglio dei posti letto: ogni sette posti tagliati al pubblico - ha fatto notare- uno solo al privato; sullo sfascio del sistema sanitario pubblico a partire dalla chiusura dei presidi sulle zone interne abbandonando i cittadini a se stessi e negando loro anche il diritto di potersi salvare la vita con una adeguata rete di emergenza assistenza; sullo scippo di posti letto per consentire a Chiodi e Venturoni di farsi l'ospedale sotto casa".

Il consigliere del Pd ha poi detto che "i Fas non si toccano: vanno destinati allo sviluppo o alla riduzione delle imposte e non a coprire un debito che di fatto non esiste". D'Alessandro ha sostenuto che 'non serve uno scienziato della finanza per ipotizzare forme alternative all'utilizzo dei Fas. Basterebbe - ha proseguito- rinegoziare con le banche l'allungamento della cartolarizzazione, cosa prevista, per recuperare 50 milioni di euro da destinare per i primi due alla copertura dei 100 milioni qualora non volesse vendere gli immobili.

I Fas invece potrebbero essere utilizzati, a quel punto, per l'abbattimento delle addizionali fiscali che gravano su cittadini e imprese". Anche per il consigliere regionale del Pd, Giovanni D'Amico, "non c'e' nessun ulteriore debito sul pregresso". Per D'Amico "il sistema sanitario regionale, malgrado la chiusura del piano di risanamento, non e' oggi in equilibrio e si sta proponendo qualche fittizia operazione per coprire le perdite attuali, verificatesi tra il 2009 e il 2010".(AGI) com/Plt


MASCITELLI (IDV): CLASS ACTION CONTRO PROGRAMMA OPERATIVO

"Con tutte le premesse contenute nel programma operativo della sanita', che porta la firma di Chiodi, non solo non aggiusteremo i conti, rendendo sempre piu' instabili i deficit annuali, con aumenti di spese per la mobilita' passiva, ma stiamo peggiorando di giorno in giorno l'offerta dei servizi sanitari ai cittadini abruzzesi che pagano aliquote maggiorate nelle tasse senza ricevere un'assistenza adeguata in qualita' e tempi di attesa".

Lo ha dichiarato il senatore Alfonso Mascitelli, Vice Presidente della Commissione Speciale di Inchiesta sul sistema sanitario nazionale, nell'annunciare la prossima iniziativa che il suo partito mettera' in campo sulla sanita'. "Non e' piu' tempo - ha aggiunto il senatore -soltanto per le proteste. Noi riteniamo che vi siano tutte le condizioni per avviare una Class Action contro il provvedimento di Chiodi, coinvolgendo tutte le associazioni di cittadini e di volontariato, che si sentono giustamente lesi nel loro diritto alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza.

L'obiettivo sara' quello di far invertire l'ordine delle priorita': prima l'attuazione dei servizi sul territorio, dalla rete di emergenza-urgenza alla riprogettazione della rete dei laboratori pubblici, dal potenziamento delle RSA all'attuazione dell'assistenza domiciliare e solo dopo la riorganizzazione della rete ospedaliera. Oggi, in Abruzzo - secndo Mascitelli -,vi sono liste di attesa da terzo mondo, tanto da mettere a rischio l'efficacia stessa degli interventi medici quando sono troppo tardivi.

Tempi biblici che per alcuni settori vanno dai sei mesi ad un anno. Liste chiuse con il servizio di prenotazione che non accetta richieste o le dirotta di fatto nel privato. Abruzzesi che vanno in altre regioni per avere le semplici prestazioni di base in tempi ragionevoli.

"La Class Action - ha continuato Mascitelli - e' l'unico strumento che ci resta per difenderci, una procedura che ci viene consentita dal nuovo decreto legislativo n. 198 del dicembre scorso. Ad essa accompagneremo un esposto alla Corte dei Conti, perche' vogliamo sapere che fine hanno fatto i 60 milioni di euro di crediti non esigibili che dovevano essere recuperati dalle strutture private. L'obiettivo finale, nello spirito della legge, non sara' un'azione risarcitoria, ma un ritorno alla normalita': ogni abruzzese dovra' sentirsi rispettato nel suo diritto costituzionale alla cura della salute".(AGI) com/Plt

 


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