Oricola, cenni storici e turistici

05 Luglio 2012   11:00  

 Oricola a 809 m. s.l.m. è posta a cavallo tra il bacino dell’Imele e il piano del Cavaliere.
Il nome probabilmente deriva da “Coriculum” che significa monte sassoso.
Le prime notizie sono dell’undicesimo secolo e riguardano un discendente dei conti Marsi, un certo Berardino che, intorno al 1016, con l’aiuto di Riccardo il Normanno, strappò il feudo di Carsoli ai propri fratelli Siginulfo, Rinaldo e Pometta; Rinaldo, rifugiatosi in Oricola, ne divenne il barone.
Diversi anni dopo, nel 1096, la vedova Aldegrina donò questo “castello” (dopo quelli di Fossaceca, Camerata e Pereto) ai monaci di Montecassino.
Nel XII sec. sotto i Normanni, metà della terra di Oricola passò sotto il dominio di Todino da Ponte, figlio di Oderisio, e l’altra metà venne concessa al fratello Rainaldo.
Divenne poi feudo degli Orsini e, successivamente, dei Colonna, seguendo in ciò il destino di tutto lo stato di Tagliacozzo.
Nel 1806, Oricola, insieme con Rocca di Botte, venne aggregata a Pereto. Solo nel 1907 questi due paesi riuscirono a riconquistare l’autonomia amministrativa. Rimangono pochi avanzi del castello, edificato dai conti dei Marsi nella seconda metà del secolo XI, in parte incorporati dalle successive costruzioni; interessante è la chiesa del SS. Salvatore, con pregevoli arredi, fra i quali una preziosa croce processionale d’argento, opera probabilmente di un orafo sulmonese del Trecento. Il palazzo Ristagno, edificato nel ‘700 in occasione del matrimonio di Francesco Saverio de Vecchi con Maria Eleonora Boncompagni; la cappella privata che viene aperta al pubblico solo il 15 Agosto, festa dell’Assunta; la chiesa di S. Restituta, nella quale si conservano affreschi del secolo XIII e, nella frazione Civita, le rovine dell’antica “Carseoli”, dagli scavi della quale sono state riportate alla luce statue, colonne, tratti di strade lastricate, resti di un vecchio acquedotto, alcuni templi, nonché un podio e un arco romano.
È base per escursioni, su monte Fabrizio, dove sono visibili i resti di un vecchio monastero, sulle vette dei monti circostanti, e, in particolare, nella zona di Serracesca, ove sorge il santuario dei bisognosi o Madonna del Monte a 1043 m.s.l.m., del XIII secolo.
All’interno di detto monastero (meta di pellegrinaggi) si conservano strutture in legno, la statua di una Madonna, un Cristo, un crocefisso donato da papa Bonifacio IV ed affreschi del ‘400 un po’ sbiaditi, come il “giudizio universale” opera del maestro Desiderio da Subiaco.


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