Otto Von Kitsch, follia e leggerezza. La danza internazionale a I Cantieri dell’immaginario

19 Luglio 2013   11:48  

Secondo appuntamento con la danza internazionale per I Cantieri dell’immaginario.

Venerdì  19 luglio alle 21,30 a Piazza Angioina  (in caso di maltempo si terrà al Teatro Parco delle Arti a Monticchio) va in scena Otto Von Kitsch l’Opera semiseria scritta dalla compositrice aquilana Roberta Vacca.

Lo spettacolo è un’idea del Gruppo e-motion, diretto dalla coreografa e danzatrice Francesca La Cava, prodotto in collaborazione con il Conservatorio di musica dell’Aquila “A.Casella” e con il partenariato di Teatro Zeta e del Centro Sperimentale di Cinematografia Scuola Nazionale di Cinema – Sede Abruzzo.

Otto Von Kitsch è un’opera semiseria per controtenore, mezzosoprano, baritono, attore-rapper, attrice, coro di voci bianche, danzatori e ensemble strumentale.

Protagonisti saranno giovanissimi aquilani di età compresa tra i 13 e i 20: cantanti e musicisti sono i ragazzi del Conservatorio “A.Casella” dell’Aquila diretti rispettivamente da Rosalinda Di Marco e Cinzia Pennesi.

Per la danza, dopo il primo appuntamento con la coreografa brasiliana Flavia Tapias, le coreografie saranno curate da Jesus Laredo Maria Laura Zaldivar coreografi provenienti da Città del Messico, direttori della compagnia di danza contemporanea Athos. In scena anche i ballerini che in questi giorni hanno seguito in città il laboratorio di danza dei due coreografi.

Il testo dell’opera, di Stefano Moretti e Roberta Vacca, è liberamente ispirato a “Le avventure di Don Chisciotte de la Mancha” di Miguel De Cervantes.

Del lavoro di De Cervantes, l’opera conserva lo spirito visionario, fantasioso, aggiungendo aspetti multirazziali e plurilinguistici contemporanei. Le avventure dei due protagonisti sono narrate in forma di commedia musicale, unendo il canto alla recitazione e alla danza fino alle forme più contemporanee di comunicazione sonora quali il rap, per dar corpo sonoro alla trama. I suoni di diversi strumenti si uniscono ai corpi e alle voci, parlanti/cantanti/ritmanti, dei cantanti e dei musicisti, oltre che a qualche effetto elettronico straniante. L’allestimento, di estrema semplicità ed efficacia, concentra tutti gli incontri dei due protagonisti in una piazza di un paese non molto ben identificato: luogo di scambio ideale tra le culture. Otto von Kitsch monta in sella alla sua stessa follia e ci conduce, senza paura e senza macchia, nella vita di tutti i giorni con la leggerezza che solo un bambino, o chi torna ad essere tale, può avere.

La regia è affidata a Manuele Morgese, direttore artistico del Gran Teatro Parco delle Arti.


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