Domani la commissione per fare chiarezza su tutta la vicenda Gran Sasso gestita senza una cabina di regia da parte della Regione Abruzzo
E’ mancato davvero poco che il traforo del Gran Sasso a senso unico alternato di marcia divenisse l’unica via per collegare L’Aquila e Teramo, e per alcune ore è stato effettivamente così.
Nel pomeriggio di oggi infatti, sulla SS80, ai già nove cantieri aperti con ben otto semafori presenti, si è aggiunta anche una frana che ha determinato la totale chiusura della strada statale per il passo delle Capannelle, l’unica che collega la provincia di L’Aquila con quella di Teramo, alternativa all’A24.
Viene da pensare se l’improvvisa accelerazione della riapertura del traforo non sia dovuta proprio alla frana, ma in ogni caso la situazione dimostra una volta di più come sia mancata totalmente una cabina di regia da parte della Regione Abruzzo che, per ammissione dello stesso Commissario Caputi, era a conoscenza della chiusura del traforo già da Aprile e ciò nonostante non ha mai messo intorno a un tavolo Anas, Autostrada dei parchi, gestore autostrada A14, Sindaci dell’aquila e di teramo, i Commissari e tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda.
Nel ringraziare comunque l’ing. Marasco e il personale ANAS per la solerzia con la quale sono intervenuti, resta il tema dell’isolamento dei Comuni di montagna del Teramano e dell’Aquilano dei due versanti del Gran Sasso, condizione inaccettabile dopo sei anni di governo Marsilio.
Domani intanto nella commissione da me richiesta vogliamo si chiariscano pubblicamente le evidenti responsabilità degli Assessori Regionali, anche attraverso assunzioni di responsabilità da parte di chi nella Giunta Regionale aveva il dovere di sovrintendere e non lo ha fatto. Vogliamo sapere cos’è successo con i lavori mai partiti sotto il traforo e le cause della rilevata torbidità dell’acqua.
Restano infatti tutte le perplessità sui lavori e sull’esigenza di spendere la mole di risorse economiche concentrate sulla nostra montagna, già fin troppo martoriata negli ultimi cinquant’anni, con conseguenze sulla qualità dell’acqua in quello che è il serbatoio più grande del CentroSud.
Colgo anche l’occasione per stigmatizzare la gestione complessiva della comunicazione da parte di Regione Abruzzo e dei commissari che è ai limite del dilettantismo e della superficialità.