Palazzo Lely, ricostruito in 18 mesi. L'emozione di un pezzo di vita che sta per tornare

Il palazzo attende tutti gli allacci. Spesi oltre 7 mln euro

11 Ottobre 2013   16:47  

Torna a nuova vita palazzo Lely.

Siamo tra via Paganica, piazza Chiarino e Piazza Santa Maria Paganica, in una zona solo in piccola parte in attività di ricostruzione, ma per lo più talmente ferma e lesionata.

Dopo 18 mesi di lavoro, effettuati dalla ditta aquilana Pasqualucci, il palazzo è tornato vivo.

Un lavoro importante per il palzzo settecentesco vincolato dalla Sovrintendenza dei Beni Artisti ed architettonici, affrontato con il contibuto di 7 milioni e mezzo di euro, fondi che sono stati spesi tutti per la messa in sicurezza del palazzo, che presentava danni ingenti.

"Dopo il sisma del 2009 abbiamo trovato qualcosa di tragico con diversi ed evidenti crolli sulle volte e grossi spanciamenti di facciata. La situazione era molto compromessa che richiedeva un intervento radicale, con grande attenzione alle opere artistiche". 

Lo spiega l'archietto Diego Scoccia, che isnieme agli ingegneri Piero Paoloni e Francesco Laurini si è occupato della progettazione per il recupero del palazzo.

"Il palazzo è stato svuotato, i pavimenti tolti e rimontanti, salvaguardando i dipinti. Alcune volte -continua a spiegare Scoccia- erano crollate e lì non si è fatto nulla. Interventi radicali sono stati fatti. Qui sono state rinforzate le murature con iniezioni, rinforzate con fiocchi e fasce di carbonio, le volte sono state svuotate e rinforzate con fasce di carbonio e cementi alleggeriti e con archetti sovrapposti alle volte che si chiamano "frenelli" e le opere murarie sono state rincatenate. La facciata su via Paganica era fuori piombo di circa 25 cm, inclinata verso l'esterno, con l'opera di martinetti in due giorni la facciata è stata araddrizzata. E' una delle prime volte che si fa in queste situazioni".

Restano fuori dal lavoro di ricostruzione e dall'ingente finanziamento proprio le parti artistiche, come gli affreschi che sono stati messi in sicurezza, ma non restaurati dal punto di vista pittorico. Ora secondo gli ingegneri che hanno lavorato sul palazzo, si dovrà chiedere un'integrazione di fondi, perché quando è stato approvato il progetto esisteva una normativa diversa da quella attuale che invece consente di pagare anche per il rucupero delle parti artistiche.

"Tutto quello che si poteva spendere lo abbiamo messo sui consolidamenti - spiega Cesidio Gualtieri, uno dei prorietari del Palazzo- ora vedremo se c'è possibilità di un concorso come adeguamento di indennizzio o come con contributo della Sovrintendenza. Ci sarà sicuramente da contibuire, ma davanti ad una provvidenza come quella che c'è stata, contibuire è un dovere".

Gualtieri è pronto a metterci del proprio, quindi, e soprattutto è pronto a rientrare.

Tutto intorno la realtà è desolata, ma l'entusiasmo per la propria casa ricostruita è sicuramente molto grande: "Non importa, io torno". 

Ad oggi mancano gli allacci del gas e dell'acqua. "Scommettendo" con i prorprietari e l'impresa, entro Natale i proprietari potranno tornare ad abitare il palazzo.

Emozionato l'assessore Pietro Di Stefano: "Enel ci ha detto che può dare energia, l'acqua può arrivare. Bisogna andare per gradi. Questa riapertura e i tempi rapidi per realizzare la ricostruzione dimostra che si avessimo avuto la possibilità di iniziare subito dal centro, molto sarebbe tornato agibile".

Di Barbara Bologna
Immagini di Marialaura Carducci


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