Paolo Barnard a L'Aquila: ''L'euro è una trappola, l'Italia è vittima della finanza usuraia''

15 Gennaio 2013   19:00  

''Vi dicono che non ci sono soldi per ricostruire L'Aquila? Uno stato sovrano potrebbe fare come sta facendo il Giappone per la ricostruzione post-tsunami, ovvero stampare moneta, spendere a deficit, senza preoccuparsi dello spauracchio ideologico dell'inflazione che si crea inventando la moneta, e può così attivare un circolo virtuoso che crea ricchezza, occupazione e consente di venire incontro alle esigenze e ai bisogni di tutti i cittadini. Ma l'Italia ora non può farlo, perchè si è cacciata nella trappola infernale dell'euro, non è più padrona della sua moneta, e deve chiederla in prestito dalle grandi banche private, indebitandosi sempre di più''.

Questo ed altro hanno spiegato, numeri alla mano, il giornalista Paolo Barnard e Mathew Forstater, professore di Economia presso l’Università del Missouri Kansas City , in occasione del convegno “Salviamo L’Aquila, salviamo l’Italia'', un'occasione per illustrare in una gremita sala conferenze dell'Ance i principi della Modern Money teory.

Al nostro microfono Paolo Barnard a seguire un estratto del programma MMT per la salvezza economica per il paese.

''NON ERAVAMO I PIIGS. TORNEREMO ITALIA''

''Si segua questo percorso: viene creata una valuta che non è di alcuno Stato. Viene emessa da Banche Centrali direttamente nelle riserve dei mercati di capitali privati (banche, assicurazioni, fondi pensione privati, ecc.).

Si uniscono 17 Stati sotto questa valuta, e li si priva delle loro precedenti valute nazionali.

I 17 governi dovranno sempre batter cassa presso i mercati di cui sopra per ottenere la moneta con cui attuare la spesa pubblica, esattamente come un cittadino che fosse sempre costretto a indebitarsi con la finanziaria sotto casa per mantenere la famiglia.

Ecco nata l'Eurozona. Così funziona la moneta Euro.

I debiti pubblici di questi Stati, precedentemente denominati in una valuta di loro proprietà, vanno ora ripagati in quella valuta 'estera', cioè di qualcun altro, come se all'improvviso l'intero debito degli USA fosse trasformato da Dollari in Yen.

Ne consegue che alcune economie fra quei 17 Paesi si ritrovano schiacciate non da eccessivi debiti pubblici, ma da debiti pubblici divenuti eccessivi perché denominati di colpo in una valuta 'straniera'.

Ogni prestito concesso dai mercati ai governi resi a rischio d'insolvenza dall'artificio sopra descritto alimenta un circolo vizioso di tassi che aumentano sempre, così come la finanziaria applica a quel cittadino già indebitato un tasso sempre più usuraio per ulteriori prestiti.

E più aumentano i tassi, più i debiti sono insostenibili, e più sono insostenibili, più aumentano i tassi.

Schiacciati da questo paradosso, i governi in oggetto hanno una sola scelta: usare tagli alla spesa e una tassazione soffocante per ripianare quei debiti denominati in quella moneta 'estera', cioè l'Euro.

Di conseguenza il risparmio di cittadini e aziende si prosciuga, calano i consumi, da cui precipitano i profitti, da cui derivano tagli di salari e occupazione, con ulteriori crolli dei consumi, che deflazionano l'economia, cala così il Pil, da cui minori gettiti fiscali, e ciò peggiora il debito, ma questo preoccupa i mercati che aumentano i tassi, che… È una spirale distruttiva senza fine. 

Benvenuti nell'Eurozona. Nasce da un progetto del 1943 per sottomettere le economie dei concorrenti industriali di Francia e Germania, e oggi ha purtroppo raggiunto quell'obiettivo. 

Le prove a sostegno di questa affermazione sono pubblicate in studi di statura accademica, in inchieste giornalistiche apparse sui maggiori quotidiani internazionali, ma sono insite anche nell'operato di grandi tecnocrati europei come, fra gli altri, Perroux, 7Hayek, Rueff, Attali, Delors, Schauble, Juncker, Issing, Ciampi, Scognamiglio, Padoa Schioppa, Draghi, Prodi, cioè dei padri ideologici della moneta unica Euro al servizio (talvolta non inconsapevolmente) di esigue élites di grandi industriali franco tedeschi, di speculatori e delle banche d'affari internazionali.

Invitiamo il cittadino a pensare a chi sono oggi i 'vincitori' nel sistema Eurozona:

1) gli speculatori che hanno scommesso sul crollo dei titoli di Stato di Italia, Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna, con profitti incalcolabili;

2) le grandi banche d'affari che guadagnano parcelle parassitarie di miliardi come intermediari nelle privatizzazioni selvagge dei beni di Stato nel sud Europa, imposteci da questa crisi del tutto artificiosa;

3) ma soprattutto le corporation franco-tedesche (a discapito dei loro stessi lavoratori, si legga più sotto), che hanno visto, grazie ai complessi meccanismi imposti dall'Euro, disintegrarsi la temibile concorrenza delle aziende italiane, da sempre le uniche in Europa a impensierire Berlino e Parigi.

Infatti l'Italia della Lira era nel 2000 la prima in Europa per produzione industriale, oggi siamo fra gli ultimi.

Nel 2000 la Germania era ultima in Europa per produzione industriale, oggi è prima.

È forse possibile che l'intero sistema industriale italiano, che per decenni ha fatto la nostra ricchezza, si sia 'suicidato' in soli 12 anni?

O l'Eurozona ne è la vera causa? Ci si pensi.

Prima dell'Euro eravamo primi al mondo per risparmio privato, oggi ce lo stanno divorando, è ridotto a un quarto di allora.

Abbiamo ora i redditi più bassi dell'Eurozona, le tasse sono fra il 47 e il 60%, abbiamo pensioni che al 50% non arrivano ai 1000 euro mensili, la disoccupazione giovanile è al 35% e falliscono 40.000 aziende all'anno.

La nostra economia è quindi 'deflazionata', così che gli investitori franco-tedeschi possano fare shopping delle nostre migliori marche a prezzi stracciati citando il fatto che siamo in crisi.

E sta accadendo ogni giorno.

Il costrutto dell'Eurozona, cioè una moneta non posseduta da alcuno Stato, è un'aberrazione monetaria che non ha precedenti in 5.000 anni di Storia. Non deve sopravvivere. Ne va del destino di milioni di famiglie e aziende del nostro Paese, che già patiscono sofferenze sociali inenarrabili.

Nel 2002 la prestigiosa Federal Reserve americana titolò uno studio "L'euro: non è possibile, è una pessima idea, non durerà".

Gli autori, decine di economisti tra i più autorevoli al mondo, avevano seguito la creazione di questa moneta dal 1989, e così avevano sentenziato. Andavano ascoltati.

Al contrario, riacquisire la sovranità monetaria uscendo dall'Eurozona significherebbe per l'Italia la salvezza dell'economia nonostante il suo alto debito.

I nostri macroeconomisti internazionali lo spiegano in questo PROGRAMMA.

Il Giappone oggi ha circa il 240% debito/PIL ma paga tassi d'interesse vicini allo 0, ha un tasso d'inflazione vicino allo 0. E non è nei PIIGS.

Il suo debito di Stato enorme non è un problema, e non è il debito dei cittadini, al contrario, è l'attivo dei cittadini che ne detengono una grossa fetta. Lo Stato giapponese non ha alcun problema a ripagare i suoi creditori nonostante l'immenso indebitamento, e nulla cambierebbe se i creditori fossero stranieri. Inoltre la valuta giapponese, lo yen, è tra le più richieste come valuta di riserva sui mercati internazionali.

Questo perché Tokyo possiede la sua moneta sovrana e dunque, come detto dal Nobel Krugman, "Nazioni che hanno una moneta sovrana non soffrono i danni dell'Eurozona, infatti l'America che ha una moneta propria non ha questo tipo di problemi."

Ma possiamo uscirne, possiamo salvare il nostro Paese e riportarlo dove stava, fra le maggiori economie del mondo.

Per questo il giornalista Paolo Barnard ha chiamato in Italia i macroeconomisti accademici della scuola internazionale Mosler Economics - Modern Money Theory (ME-MMT), una scuola di economia che eredita 100 anni di sapere economico da giganti come Friedrich Knapp, John Maynard Keynes, Abba Lerner, Michal Kalecki, Wynne Godley, Hyman Minsky.

I macroeconomisti riuniti da Barnard hanno tenuto qui due convegni nazionali intitolati "NON ERAVAMO I PIIGS, TORNEREMO ITALIA”. Ne abbiamo tratto questo PROGRAMMA di SALVEZZA ECONOMICA NAZIONALE, di semplice lettura per tutti.

Questo PROGRAMMA è una guida di massima autorevolezza che spiega in ogni dettaglio di finanza dello Stato come l'uscita pilotata del Paese dalla sciagura dell'Eurozona non solo non costerebbe alla nazione miliardi, ma rilancerebbe la ricchezza nazionale di miliardi, con la Piena Occupazione, la piena produzione aziendale, col rilancio delle infrastrutture, l'arrivo di investimenti internazionali, e, non ultimo, il recupero delle sovranità monetaria e parlamentare totalmente perdute per volere di Trattati europei mai votati dagli italiani. Ne va del nostro futuro, della democrazia stessa. Torniamo Italia. (Paolo Barnard)

L'USCITA PILOTATA DELL'ITALIA DALL'EUROZONA. CRESCITA, OCCUPAZIONE E DEMOCRAZIA. GUIDA ME-MMT SU CIÒ CHE DEVE FARE LO STATO SOVRANO ABBANDONANDO L'EURO.

1. L'Italia rifonda la sua economia sul principio dell'esclusivo Interesse Pubblico, che significa Spesa a Deficit Positivo dello Stato per il sostegno di tutta l'economia.

2. L'Italia annuncia che tasserà unicamente nelle nuove Lire.

3. L'Italia annuncia che tutti i pagamenti saranno in Lire.

4. Il governo, in collaborazione con la Banca d'Italia, finanzia un programma transitorio di Piena Occupazione, o lavoro per tutti, a salario di dignità per qualsiasi disoccupato italiano.

5. I depositi bancari e i prestiti in Euro rimangono in Euro.

6. Le banche convertiranno i conti correnti/risparmi da Euro a Lire su richiesta dei titolari.

7. Tutti i conti correnti bancari saranno assicurati dalla Banca d'Italia. Le banche saranno regolamentate nell'esclusivo Interesse Pubblico.

8. La Banca d'Italia annuncia una politica di tassi

9. sull'esempio del Giappone. Svalutazione e inflazione saranno funzioni sovrane controllate da Roma in coordinamento con la Banca d'Italia.

10. Il tasso di cambio della Lira sarà variabile e libero.

11. Saranno eliminati i titoli emessi dal Tesoro.

12. Il governo rinegozia tutti i contratti da Euro a Lire in base all'Interesse Pubblico.

13. Le dimensioni della spesa pubblica e dell'apparato governativo saranno consone ai fini dell'Interesse Pubblico, alle necessarie infrastrutture pubbliche e ai servizi pubblici.

14. Il prelievo fiscale sarà regolato in modo da mantenere un Deficit Positivo sufficiente ad assicurare all'Italia la Piena Occupazione e un numero strettamente minimo necessario di persone impiegate nel programma governativo transitorio di lavoro garantito.

15. Il debito di Stato residuo in Euro dell'Italia, interno o esterno, sarà onorato sulla base dell'Interesse Pubblico, e in tempi decisi dall'Italia.

16. L'Italia incoraggerà le importazioni in quanto costituiscono ricchezza reale che entra, e considererà le esportazioni unicamente come mezzo per favorire le importazioni.

17. Eventuali insolvenze private saranno trattate in accordo con le eque pratiche fallimentari, mentre i soggetti privati coinvolti avranno la certezza del lavoro e del reddito nel programma governativo transitorio di lavoro per tutti. Le banche saranno tenute a rifinanziare i mutui sulla casa da Euro a Lire, se necessario.

18. I Trattati europei, in particolare quelli che ci impongono le Austesaranno rinegoziati dall'Italia sulla base dell'Interesse Pubblico.

 


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