Parte lo stato di agitazione alla Sevel

15 Settembre 2011   20:30  

La paventata uscita di Sevel da Confindustria e i premi 2001 legati alla presenza in fabbrica sono i principali motivi del no della Fiom-Cgil all'accordo col gruppo Fiat, sottoscritto da altri sindacati il 12 settembre, per l'incremento produttivo dei furgoni Ducato.

Oggi, in conferenza stampa, i segretari regionale e provinciale, Nicola Di Matteo e Marco Di Rocco, hanno spiegato la posizione della Fiom, la quale, è stato annunciato, da domani inizierà lo stato di agitazione in Sevel, seguito da assemblee e possibili scioperi.

«Il nostro no è stato molto sofferto - ha esordito Di Matteo - perchè c'erano dei punti positivi, come l'incremento occupazione in zona, ma altri erano inaccettabili. Non è stata accettatala nostra mediazione sui premi 2011 che saranno erogati solo sulla base della presenza in fabbrica lasciando fuori le fasce deboli, i malati, ma anche le donne incinte. Di fatto il contrato nazionale non conta e viene annullato».

Di Rocco punta l'indice sulla probabile uscita di Sevel da Confindustria Chieti: «la stessa Assindustria - dice - è preoccupata». «Noi temiamo anche - aggiunge - che Fiat si disimpegni dal progetto Campus tecnologico automotive, di cui ha la presidenza. Così si continuerà a sganciare il territorio e non sappiamo cosa avverà nel 2019 quando cesserà l'accordo con i francesi della Psa.

Sono due anni che Fiom lancia l'allarme sul fatto che anche Sevel farà la fine di Pomigliano e Mirafiori con i contratti aziendali che sostituiscono quelli nazionali metalmeccanici, peraltro avallati dalla recente finanziaria. In questo modo conterà solo la competizione tra lavoratori». Per il vertice Fiom «il recente accordo divide e non unisce come abbiamo cercato di fare».


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