Partigiano aquilano da 23 anni in "guerra" per riavere la pensione

Il patriota si dice "turbato nei propri diritti"

19 Marzo 2013   10:01  

Da 23 anni, tra denunce, esposti e ricorsi agli organi deputati, cerca di riottenere la pensione privilegiata.

Oggi che di anni ne ha 88, Arnaldo Ettorre, patriota aquilano della Brigata Maiella, prosegue la sua "guerra" legale per riottenere quel vitalizio.

Ha cosi' deciso di scrivere al Csm e al Capo dello Stato e nel chiedere "se davvero in Italia la legge sia uguale per tutti", auspica "un esito possibilmente non tardivo per ragioni anagrafiche" chiedendo "il ripristino della pensione privilegiata quale rimedio ad una annosa manifesta ingiustizia".

Nel corso degli anni l'uomo ha sempre reclamato il ripristino di "diritti indisponibili e imprescrittibili", quale la pensione privilegiata di cui godeva, dal 1974, con decisione giurisprudenziale della Corte dei Conti, "vitalizio da durare a vita, revocato con atti - sostiene il patriota nei suoi esposti in cui ha sempre allegato una copiosa giurisprudenza in materia - assolutamente illegittimi".

A toglierli quella pensione fu un funzionario dell'allora ministero di Grazia e Giustizia quando Ettorre fece istanza di ricongiunzione tra il sevizio prestato presso lo stesso dicastero e quello al ministero della Difesa.

Impugnato il provvedimento dinanzi alla sezione giurisprudenziale dell'Aquila della Corte dei Conti l'uomo si vide ripristinata la pensione privilegiata ma il provvedimento fu impugnato dal ministero di Grazia e Giustizia che si fece rappresentare in appello da un funzionario che si era firmato "per il direttore generale", senza nessuna procura, circostanza - sempre secondo Ettorre - non prevista dalla legge.

E cosi' nel corso degli anni tra opposizioni e ricorsi, di recente la Procura di Campobasso ha indagato per abuso d'ufficio due magistrati.

Il fascicolo, dopo un passaggio a Roma, e' stato poi trasmesso, per competenza, a Perugia, dove c'e' stata l'archiviazione.

Il patriota della Brigata Maiella, che si dice "turbato nei propri diritti costituzionalmente garantiti", nella lettera inviata al Csm e al Capo dello Stato, parla anche di "giudici privi di legittimita'"..."carenza sempre denunciata ma senza nessuna considerazione come se non fosse un cittadino italiano".

"E potrebbe aggiungere - osserva Ettorre - con qualche merito per essersi trovato, all'epoca, sul fronte della Resistenza".

 

immagine di repertorio


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