Paura di volare - Tra verità e suggestioni

25 Maggio 2007   11:38  
Un mio caro amico al suo primo viaggio aereo, non conoscendo le procedure d’imbarco e tutto il defatigante cerimoniale di controlli che precede il volo, decise di seguire le mosse di un distinto ed elegante signore, visibilmente in viaggio d’affari ed ascrivibile all’eletta categoria dei frequent flyers, ossia di coloro che volano spesso. Tutto funzionò a meraviglia, senza intoppi o brutte figure da principiante. Salito a bordo, continuò a tenerlo d’occhio per vedere come avrebbe affrontato i momenti di tensione che precedono il decollo. Quando vide che il distinto business man, allacciate le cinture, procedeva ad un dovizioso e sentito segno della croce, si convinse che da quel momento in poi sarebbero stati tutti nelle mani del Signore, più che del comandante Giovannoni che quel giorno pilotava l’Airbus dell’Alitalia… La storia è vera, ma per fortuna di tutti le cose non stanno esattamente così, anche se una aiutino dall’Alto, in questo caso più che mai, non può che giovare! Si calcola che ogni giorno decollino dagli aeroporti di tutto il mondo oltre 50.000 aerei, che ipotizzando un trasporto medio di almeno 100 passeggeri, fa 5milioni di persone che salgono e scendono, senza problemi, da un aeromobile. Due scienziati americani si son presi la briga di calcolare il coefficiente di rischio di un viaggio in automobile, lungo un percorso di strade classificate a bassissimo numero d’incidenti, e di un volo tra le due stesse città: il risultato è strabiliante, 65 volte più rischiosa l’auto! Ovviamente la psicologia gioca la sua parte e per molte persone la presunzione – purtroppo fallace - di avere in mano il proprio destino prevale sulla paura di trovarsi nell’alto dei cieli e per di più alla “mercè” di uno sconosciuto comandante, che potrebbe aver litigato con la moglie fino a cinque minuti prima di prendere la cloche dei comandi o semplicemente essersi alzato con la “luna storta”…. Alcune compagnie, tra cui l’Alitalia, organizzano corsi per passeggeri paurosi, nei quali vengono forniti chiarimenti tecnici e consigli utili per affrontare nella maniera più serena un viaggio aereo. In America, Patrick Smith, pilota e scrittore, ha pubblicato un gustoso libretto “Chiedilo al pilota – tutto quello che avete sempre voluto sapere sui voli aerei” (Ed. Fusi Orari, € 12,00) nel quale affronta in maniera simpatica e scientifica ad un tempo il tema della sicurezza del trasporto aereo, della paura di volare, rispondendo alle domande talvolta bizzarre dei lettori della sua rubrica on line. Come per esempio: che succede se un uccello colpisce un aereo, se un jumbo può fare acrobazie come le Frecce Tricolori, se un aereo di linea può atterrare planando… Ma la mamma di tutte le domande è sicuramente la seguente:”Come fa un tubo di metallo con a bordo tonnellate di passeggeri e bagagli a restare in aria ?” Che è un po’ l’interrogativo di tutti passeggeri quando vedi un aereo da fuori. La risposta, in linea con la filosofia del libro, è in parte tecnica, in parte…comica: una volta in volo in base alle leggi fisiche della portanza – la spinta dell’aria al di sotto della superficie piatta dell’ala è maggiore di quella che si sposta sulla parte superiore curva - è come se l’aereo viaggiasse sull’asfalto e i piccoli sobbalzi (i cosiddetti vuoti d’aria…) non altro che “buche”… E la parte comica? L’aereo resta in aria perché non ha il tempo di cadere, parola di Orville Wright , fratello di Wilbur, con il quale nel 1903 fece volare per la prima volta un aeroplano, il Flyer1: il volo durò circa dodici secondi ad un´altezza di circa tre metri e ad una velocità di 48 km orari. Poco dopo raggiunsero i 59 secondi di permanenza e 266 metri di distanza. Altri tempi. Guido D’Urbano

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