Pd L'Aquila, i "giovani" pronti a rottamare chi è al potere dal secolo scorso

11 Luglio 2011   16:11  

Comunque la si giri, nei posti che contano continueranno ad esserci le stesse persone che ci sono da un ventennio. Il Pd non riesce ad uscirne, così anche in provincia dell'Aquila tentano di farsi largo i giovani. In realtà trenta-quarantenni ma che fino ad oggi hanno avuto ben poche opportunità di confrontarsi con sfide importanti. "Altrimenti il rischio - dicono - è quello di diventare vecchi senza mai essere stati giovani".

Si propongono come nuova classe dirigente, ma riusciranno a sclazare l'attuale, incidendo davvero sulle scelte che contano?

L'accordo sul nuovo segretario provinciale, arrivato dopo un lungo ed estenuante braccio di ferro, rischia di essere minimale rispetto alla partita in ballo.
Il nome di Mario Mazzetti alla fine è stato accettato da tutti, anche da tutta l'area che aveva candidato Americo Di Benedetto e che domattina terrà una conferenza stampa, intitolata "Congresso provinciale Pd; Unità e ricambio dei gruppi dirigenti", per spiegare la scelta di ritirarsi dalla competizione. "Abbiamo accettato Mazzetti - anticipa l'ex sindaco di Acciano - come uomo indipendente", mandando un chiaro messaggio a chi, come il senatore Luigi Lusi, voleva metterci il cappello. "Dobbiamo creare una nuova classe dirigente anche perchè c'è bisogno di un riequilibrio" scandisce.

Ma l'impressione è che dietro le quinte la partita che si sta giocando sia ben più ampia. E i veri protagonisti, non a caso, restano cautamente defilati dal congresso del partito provinciale. Consapevoli, loro, di quanto poco conti oggi la dirigenza di un partito rispetto ai livelli istituzionali.

"No a scelte che condizionano i prossimi vent'anni" dicono i rottamatori nostrani. Ma davvero una classe dirigente rinnovata, che pure sembra irrompere con una certa importanza, riuscirà a mettere in discussione l'accordo vero, quello che prende in considerazione i soliti Giovanni Lolli, Massimo Cialente e Stefania Pezzopane ed i loro ruoli di qui a, se non vent'anni, dieci?

O, come è stato fino ad oggi, i segretari di partito continueranno ad essere dei passacarte utili magari per introdurre qualche dibattito alle feste democratiche e i partiti luoghi deputati esclusivamente a ratificare scelte fatte altrove?

Domattina, intanto, Di Benedetto e i suoi (Enio Mastrangioli, Lorenzo Berardinetti, Fabrizio D’Alessandro, Pierpaolo Pietrucci e Giovanni Tuzi, Fabio Ranieri, Carlo Tinarelli, Mimmo Di Benedetto, Vincenzo Nuccetelli, Francesco Iritale e Roberto Di LoretoStefano Albano, Andrea Fidanza, Mauro Marchetti e Jacopo Arpetti, Michele Fina, Antonio Carrara ed Ermanno Giorgi) diranno la loro.

(MS)


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