Pd: alla "Valle del Pescara" in atto guerra per le poltrone nel Cda

12 Giugno 2012   10:18  

I consiglieri regionali Marinella Sclocco e Claudio Ruffini (Pd) lanciano l'allarme sulla societa' consortile La Valle della Pescara proprietaria del mercato ortofrutticolo di Cepagatti. La societa' che e' partecipata da diversi enti pubblici e da soggetti privati, con la soppressione dell'ARSSA ha visto il suo pacchetto di maggioranza con oltre l'80% del capitale sociale transitare alla Regione Abruzzo.

"Nella societa', che ha gravi difficolta' economiche e di bilancio - affermano i consiglieri - e' in atto una vera e propria guerra per le poltrone nel cda. Il pericolo e' che con una "dubbia manovra" l'attuale cda voglia prorogarsi sine die il mandato ritenendo i tre anni attuali di incarico insufficienti. Ed e' per questo che si e' deciso di convocare di urgenza un Consiglio di Amministrazione per tenere un'assemblea Straordinaria per modificare lo Statuto che da' la possibilita' all'assemblea di stabilire di volta in volta la durata del consiglio di amministrazione".

"Riteniamo tale azione non solo impropria e scorretta" dicono Sclocco e Ruffini "ma anche in controtendenza con il momento storico che viviamo. Il Presidente del Consorzio anziche' preoccuparsi dello stato di sofferenza che vive la societa', preferisce farsi una norma ad personam per se stesso ed il cda, al solo scopo di restare attaccato alla poltrona. Credevamo che questo modo di agire e di gestire societa' partecipate dal pubblico fosse ormai un retaggio del passato. Invece il Presidente Costa preferisce accumulare debiti per oltre 6 milioni di euro e chiudere il bilancio 2011 con un disavanzo di oltre 1,2 milioni di euro piuttosto che adoperarsi per il bene del Consorzio".

Ruffini e Sclocco puntano il dito sulla Regione Abruzzo e sull'assessore regionale Mauro Febbo, reo di non intervenire su questa vicenda. "A nostro giudizio" spiegano Sclocco e Ruffini "nel rinnovo del cda della Societa' la Regione Abruzzo deve prendere in considerazione gli esiti della gestione che nel caso specifico e' a dir poco disastrosa per cui quello che deve pesare nella scelta del cda sono i risultati di gestione e non la vicinanza a qualche politico regionale".


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