Pedrocchi, dal Milan al Chieti: è lui l'uomo del riscatto neroverde?

Il centrocampista si racconta: "Sono venuto qui per giocare"

24 Gennaio 2012   00:00  

In un momento difficile come quello attuale, il Chieti prova ad aggrapparsi al neo-arrivato Jordan Pedrocchi. Certo, in situazioni così delicate non è mai facile affidarsi ad un "salvatore della patria", quanto piuttosto sarebbe meglio ritrovare la propria identità a livello di collettivo.

Eppure il talentino ex Milan sembra avere il carattere e le qualità per aiutare a far uscire dal tunnel i suoi nuovi compagni. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui, per capire meglio chi è Jordan Pedrocchi e quali siano le sue aspettative sull'avventura che lo attende in Abruzzo.

Nato a Milano il 14 febbraio 1991, Jordan inizia la sua carriera nel settore giovanile del Milan, dove conquista un posto importante nella primavera rossonera. Decisiva la stagione 2007/2008 quando, con gli allievi nazionali, riesce a farsi notare per le sue ottime qualità disputando un'ottima annata impreziosita da gol e assist. Poi due panchine in Europa League (Milan-Braga 1-0 e Milan-Wolfsburg 2-2): "Mi ricordo molto bene quelle partite, anche se le ho vissute a bordo campo"-ha dichiarato il centrocampista in esclusiva ad Abruzzo24ore.tv-"Con il Braga ricordo che Ronaldinho si inventò un gol strepitoso sotto la traversa e rimasi in panchina". Ad allenare quel Milan c'era Carlo Ancelotti, ora al Paris Saint Germain: "Con mister Ancelotti ho sempre avuto un ottimo rapporto. Mi ha fatto crescere molto sia dal punto di vista umano che da quello calcistico. Nel suo famoso "rombo" ero in grado di ricoprire tutti e quattro i ruoli di centrocampo e credo che questo mi abbia aiutato molto a farmi apprezzare da lui". Insomma, Pedrocchi in quella squadra si era ambientato bene, non solo tatticamente, ma anche nei rapporti con i compagni di squadra: "Era un bel gruppo, sono rimasto molto colpito da campioni come Nesta, ma anche da Pirlo nonostante sia passato alla Juventus. Oltre ad essere grandi campioni sul campo sono anche persone eccezionali". Poi, una finale di Coppa Italia Primavera vinta proprio a San Siro, contro il Palermo: "All'andata pareggiammo 1-1 e al ritorno volevamo far bene davanti al pubblico del Meazza. C'erano i nostri amici e parenti, ma anche tanti pezzi grossi come Galliani e Leonardo, che allora allenava la prima squadra. C'erano anche alcuni giocatori come Dida, Ronaldinho, Seedorf e Pato. Ricordo che mister Stroppa (ora coach del Sudtirol nel girone B di Prima Divisione) aveva tenuto per tutta la settimana sulle spine me e un mio compagno di squadra (Scampini ndr): era molto indeciso e alla fine scelse lui e mi mandò in panchina. Entrai in campo e giocai per circa un'ora. Una sensazione bellissima, soprattutto dopo il fischio finale quando ci consegnarono il trofeo". In quella squadra giocavano molti ragazzi che ora sono conosciuti, o quasi, e sono sparsi per l'Italia e provano ad inseguire il sogno di diventare dei campioni, come confermato dallo stesso Pedrocchi: "Molti miei compagni di allora oggi giocano qui in Abruzzo come me. Sto parlando dell'allora capitano Romagnoli (ora al Pescara) e di Novinic che ora gioca nel Lanciano. Altri sono stati ancora più fortunati come Strasser e Merkel (entrambi tornati al Milan dopo le esperienze con il Genoa e con il Lecce) o come Verdi che adesso è al Torino".

Dopo il Milan, il Chievo: "Ci fu qualche problema per il mio trasferimento a Verona. Avevo avuto un infortunio al ginocchio e dal quale, ci tengo a precisarlo, sono definitivamente guarito; per questo molte squadre dopo avermi contattato dicevano di non volermi più". Con i gialloblu, dal 2010 ad oggi, Pedrocchi ha collezionato 21 presenze ed un gol fino ad arrivare alla fine dello scorso dicembre.

Infine il Chieti che, però, non era l'unica squadra alla finestra: "Avevo diverse richieste, una su tutte quella dell'Alessandria. Ho scelto Chieti, non certo per il denaro, ma perchè so che qui posso esprimere al meglio le mie potenzialità. Sono venuto per giocare e ce la metterò tutta per far vedere quanto valgo". L'approccio allo spogliatoio è stato pressochè perfetto: "Conoscevo già molti dei giocatori che compongono la rosa del Chieti. Migliorini era con me a Verona ma anche con Anastasi o Gammone ci siamo incontrati sui campi da calcio. Almeno da parte mia, credo di essermi già inserito alla grande anche perchè bisogna ricordare che mi alleno con il gruppo dal 3 gennaio e qualcuno mi ha già detto che sembra che io sia qui da una vita".

L'esordio a Fondi non è stato certo da incorniciare: è arrivata una sconfitta da dimenticare il più in fretta possibile. Ora Pedrocchi, così come tutto il Chieti, deve pensare al derby con L'Aquila che si giocherà il prossimo 5 febbraio. Una partita importante che potrebbe permettere ai neroverdi di rilanciarsi in chiave play-off e a Jordan di iniziare al meglio la sua nuova avventura tra i professionisti.

Daniele Polidoro


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