Per Renzo niente C.A.S.A., solo una B.A.R.A.C.C.A.

L'altro cratere

23 Marzo 2010   12:14  

Il signor Renzo è un terremotato. Ha una casa classificata E, nel centro di Paganica. Avrebbe dunque diritto ad un micro-appartamento del Progetto CASE, di cui ha fatto regolare richiesta.

Il signor Renzo però ha una grave colpa, come altre migliaia di terremotati: è un single, non ha i punteggi, e poiché le C.A.S.E. non bastano per tutti, come è noto dal maggio 2009, e non ci sono appartamenti della pezzatura giusta, dopo un anno è ancora uno sfollato in aspettativa. E non è detto che si troverà per lui una soluzione.

La Protezione civile, spiega Renzo, gli ha proposto un albergo troppo lontano dalla sua terra. E Renzo è un contadino. La terra è la sua vita e il suo lavoro. E da Paganica non è potuto andare via. Così educatamente e senza far polemiche ha rinunciato e ha scelto la costruzione dal basso, perché è un uomo del fare. Si è rimboccato le maniche e ha dunque ha accrocchiato una pittoresca baracca con materiali di risulta nel suo orto, e ci ha vissuto per mesi, senza chiedere niente a nessuno.

Poi alcuni volontari venuti dal nord, impietositi, gli hanno costruito di loro personale iniziativa una casetta di legno di pochi metri quadri, una stanzetta giusto per farlo dormire più comodo. La cucina invece è ancora nella baracca. L'acqua Renzo la prende da una fonte vicina. Non ha la luce e si arrangia con le candele. Una soluzione abitativa dunque a massimo risparmio energetico.

Il progetto CASE, lui lo vede all'orizzonte, spuntato da un giorno all'altro su terre fertilissime nel cuore della sua valle, terre espropriate a contadini come lui, senza le conoscenze giuste per evitare localizzazioni sfavorevoli.

Tutti dicono in paese che anche qui la terra della Curia è stata miracolosamente risparmiata, ed ora ha moltiplicato il suo valore, perché diventerà edificabile. La Curia fa poi man bassa di donazioni e soldi dei contribuenti italiani per realizzare nuove chiese di cartongesso, quando sono centinaia quelle che c'erano e andrebbero ristrutturate. E poi edifica anche un convento e una mensa su Piazza D'Armi, su un terreno che non è sua. Grazie l'intercessione d'imperio del devoto Bertolaso.

I Monsignor costruttori in compenso non si sono mai occupati in questi mesi di persone, e umili cristiani, come Renzo. Mai una parola chiara ed esplicita di solidarietà e denuncia. Un aiuto concreto.

Poco lontano dall'orto-casa si è inaugurato tra frizzi e lazzi delle autorità locali un campo da bocce. Fondamentale, prioritario, verrebbe da commentare. Altrove spuntano centri anziani dove gli anziani non ci andranno mai, perché da secoli il loro ritrovo è la piazzata del paese, o la panchina sotto la quercia, o la cantina di zio Antonio. Le grandi archi-star, con in testa il divino Renzo Piano, sono pronte a utilizzare milioni di euro di nostri soldi per auditorium prefabbricati e altri capolavori dell'architettura, che come qualcuno ha detto è ''l'arte di sprecare lo spazio''.

Il mastodontico e leggendario centro poli-funzionale, o meglio centro poli-inutile di Paganica, costato milioni di euro e un ettaro di terra fertile, dopo anni di abbandono, ora è diventato un rudere.

Giù a valle intanto si moltiplicano baite, prefabbricati in stile tirolese, container dove dopo tanto tribolare hanno ritrovato una nuova sede la banda del paese o l'associazione tal dei tali.

Renzo invece è solo una comparsa, e tanti altri come lui, in questa commedia edilizia all'italiana che sta diventando il post-terremoto aquilano. Una comparsa che i registi fanno di tutto per far scomparire dall'inquadratura.

Filippo Tronca

 


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