Pericolo idrogeologico a Montesilvano, associazione ambientalista deposita relazione in Comune

"Cittadini impreparati in caso di esondazioni o altre emergenze"

17 Ottobre 2014   10:11  

L'alluvione verificatosi nei giorni scorsi a Genova ha evidentemente fatto tornare alla mente di alcuni abitanti di Montesilvano i disagi che il maltempo ed il fiume Saline causarono nel novembre di un anno fa.

Onde evitare di vivere situazioni di eguale o ancor più grave caos, dunque, il tecnico ambientale Gianluca Milillo, nella veste di fondatore e presidente dell'associazione di cultura ambientale Nuovo Saline, ha provveduto a protocollare e presentare in Comune una relazione atta ad illustrare il pericolo idrogeologico della città ed eventuali interventi di prevenzione e tutela.

Il documento si compone quindi di due parti: la prima è relativa alle caratteristiche del tessuto urbano, sorto su fossi tombati e dotato di un sistema di ricezione pluviale inadeguato, e sulle alterazioni del soprassuolo collinare, mentre la seconda tratta dei rischi di esondazione del Saline, che a parere di Milillo andrebbe prevenuto spostando il più possibile lontano gli argini dal letto del corso d'acqua, sfruttando inoltre la strada lungofiume per attenuare gli effetti di eventuali strabordamenti.

Quanto ai rischi di esondazione, stando al documento essi andrebbero prevenuti eliminando tutte le opere pubbliche o private in aree a rischio frana o a rischio esondazione e monitorando costantemente le aree a rischio, in mdoo tale da tenere i dati aggiornati e realizzare interventi ad hoc.

Nella relazione si è evidenziato come "Montesilvano ha un piano regolatore totalmente sovradimensionato e caotico frutto della speculazione edilizia che ha formato il profilo urbano attuale, fino alle regalie amministrative che hanno concesso gli aumenti di cubatura, il quale vuol dire non sono danno ambientale, ma anche più cittadini residenti nelle aree a rischio esondazione".

Milillo, di seguito, ha lamentato il fatto che "in caso di evacuazione o emergenza, il Comune dovrà gestire un numero sproporzionato di cittadini, i quali non sanno come rispondere agli allarmi, né tantomeno dell'esistenza e dei contenuti dei sistemi di gestione del piano d'emergenza".


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