Pescara città dello sport: il Comitato dice si all'accesso agli atti

23 Marzo 2012   10:18  

A seguito di un anno di polemiche, raccolte firme e sopratutto degli esposti in Procura presentati dai capigruppo dell’Idv Adelchi Sulpizio e di Fli Massimiliano Pignoli, il comitato di Pescara Città europea dello sport 2012, ha ha deciso di rendere noti i verbali  delle sedute, le fatture e documenti utili a comprendere a cosa sono serviti i 227.000 euro versati finora da Comune,  Camera di commercio, Provincia e Coni. 

A cui si aggiungeranno 350mila euro di fondi comunali presi dal Piano triennale delle opere pubbliche.

Per il titolo di città europea dello sport il comune di Pescara, questo intanto è un dato non confutabile, spende il quadruplo di quello che stanzia ogni anno per l'assistenza sociale, E soprattutto ad oggi non è dato a sapere neanche quali sono le società a cui il Comune ha affidato sostanziosi incarichi di consulenza. Firenze per ottenere il medesimo blasone ha speso neanche 2mila euro.

Il comitato, ente autonomo di cui è presidente il sindaco Luigi Albore Mascia, si era fin ora rifiutato di acconsentire l'accesso agli atti.

''Il dato sconcertante - aveva commentato  il capogruppo dell'Idv Adelchi Sulpizio -  è che la spesa è stata imputata a presunte spese tecniche per la candidatura, nel momento in cui Pescara ha già ricevuto tale titolo. Inoltre, è del tutto evidente che questa spesa non è classicabile nell'ambito delle opere pubbliche. Abbiamo l'obbligo di mettere fine a questa sciagurata iniziativa, di cui nessuno sente la necessità e che, soprattutto, non porterà alcun beneficio alla città''. 

Sempre in merito ai fondi gestiti dal Comitato  e secretati, si è registrato un violento scontro sui 30mila euro stanziati questa volta dalla Camera di Commercio. ''Siamo convinti che tale manifestazione, seppur meritoria - ha detto il presidente di Confcommercio Ardizzi - non rientri nei fini istituzionali dell'ente, in quanto quest'ultimo può favorire solo eventi a sostegno delle imprese, dell'economia e dell'occupazione. Non vorremmo che dietro il rifiuto alla consegna della documentazione, richiesta dal Presidente Ardizzi nella propria qualità di consigliere camerale non vi siano motivazioni di altro genere. Fra l'altro, il mancato rispetto dell'obbligo di trasparenza da parte della Camera di Commercio fa sorgere l'eventualità del perpetrarsi di abuso d'ufficio".


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