Pescara, il dragaggio che non c'è. Nel porto insabbiato si cammina sulle acque

12 Maggio 2011   10:29  

Camminare sulle acque si può. No, non è blasfemia e nemmeno un miracolo. E' ciò che succede a Pescara, come documentato nel servizio del nostro Tg. Francesco Scordella, rappresentante della marineria e stufo del dragaggio a rilento, ha improvvisato questa mattina una singolare protesta, "passeggiando" al centro del fiume, lì dove la profondità dovrebbe essere di 3 metri e mezzo, 4 e dove, invece, si può tranquillamente camminare con l'acqua che arriva a mala pena alla pancia, a causa di fanghi e detriti.

Scordella è passato alle vie di fatto, esasperato, come d'altra parte la marineria tutta, per un dragaggio a rilento, per questioni burocratiche, analisi e controanalisi dei fanghi prelevati, soprattutto fondi che non ci sono. "Così almeno tutti ci crederanno, ora darò una dimostrazione di come nel fiume i pescherecchi non possano più passare. I fondali sono troppo bassi. Guardate!" e si butta dalla barca al centro del fiume, a nuoto? Macché, camminando tranquillamente, sui fanghi del fondale. Dal vertice in Prefettura di stamani il sindaco Mascia guarda al futuro con uno spiraglio di speranza; per Del Vecchio del Pd, invece, nulla di buono. Intanto i pescatori chiedono la chiusura del porto diventato troppo pericoloso. Anche il catamarano che da Luglio, come noto, collega Pescara con l'altra sponda dell'Adriatico, potrebbe avere problemi nell'attracco a Pescara, secondo Marco Santori, operatore marittimo. Insomma, così non si può andare avanti. Il fiume agonizzante chiede giustizia e rispetto, con esso la marineria e tutti coloro che col mare e per il mare lavorano.

Antonella Micolitti


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