Pescara, il sindaco Albore Mascia sull'ordinanza anti-prostituzione

26 Maggio 2011   12:50  

“Divieto di rallentare, marciare in auto a passo d’uomo o fermarsi a bordo del proprio veicolo dinanzi a una peripatetica lungo la strada, correndo il rischio di provocare disagi nella viabilità. Vietato a chiunque assumere atteggiamenti e modalità comportamentali, ossia indossare abbigliamento, suscettibili di offendere la pubblica decenza nonché tali da manifestare inequivocabilmente l’intendimento di offrire prestazioni sessuali a pagamento. Coloro che saranno sorpresi a violare tale dispositivo, valido in quattro zone ben individuate della città, ossia riviera sud, riviera nord e due fette del centro cittadino, verranno sanzionati con multe sino a 500 euro e le stesse prostitute, dopo una serie di sanzioni non pagate, rischieranno l’espulsione o il foglio di via obbligatorio. E’ entrata in vigore oggi la nuova ordinanza tesa alla ‘tutela delle strade dai pericoli e dai disturbi alla circolazione derivanti dalla prostituzione sulla pubblica via’, o più semplicemente ‘ordinanza anti-prostituzione’, uno strumento complesso teso a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza nelle nostre strade e che soprattutto rispetta l’ultima sentenza della Corte Costituzionale che ha in qualche modo limitato il raggio d’azione dei ‘super-poteri’ attribuiti precedentemente ai sindaci dal pacchetto sicurezza”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia nel corso della conferenza stampa odierna convocata per illustrare il documento. Presente anche il Consigliere delegato Armando Foschi.

“Nell’estate 2008 – ha ripercorso il sindaco Albore Mascia - è stata emanata la legge 125 che ha attribuito ai sindaci, quali Ufficiali di Governo, alcune funzioni in tema di ordine e sicurezza pubblica, ossia il ‘Pacchetto sicurezza’, che ha dato il via libera all’assunzione di provvedimenti che, in tutto il paese, hanno fatto rumore, suscitato scalpore, scatenando dibattiti e talvolta polemiche per il sapore anche un po’ eccessivo di quei provvedimenti bollati come esercizio dei ‘super-poteri’. In particolare, come previsto nell’articolo 54 del Testo unico degli Enti locali, all’articolo 4 si prevedeva che ‘il sindaco, quale ufficiale di governo, adotta con atto motivato, provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza pubblica’. Tradotto: i sindaci, sulla base del Tuel, potevano adottare anche provvedimenti di disciplina del territorio forti, che non fossero necessariamente ‘contingibili e urgenti’, ma dettati da situazioni generiche. A fermare tali eccessi è però intervenuta la sentenza numero 115 del 7 aprile 2011, dunque circa un mese e mezzo fa, che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 54 del Tuel, ed ha introdotto una modifica apparentemente innocua e che invece ha una conseguenza chiara nei poteri dei sindaci, ovvero la Corte Costituzionale ha stabilito che i sindaci ‘possono adottare con atto motivato provvedimenti che devono essere necessariamente contingibili e urgenti’, ovvero devono essere determinati da un lato dall’impossibilità di differire l’intervento a un’altra data, proprio per la previsione di un danno incombente, e dall’altro lato dall’impossibilità di intervenire con altri strumenti offerti dalla legislazione, fermo restando che comunque quegli stessi provvedimenti assunti non potevano bypassare, prevaricare o contraddire le norme legislative vigenti. Il pronunciamento della Corte Costituzionale ci ha imposto la revisione della precedente ordinanza ‘anti-prostituzione’ che avevamo emesso il primo febbraio 2011, prima della modifica dell’articolo 54, con la quale avevamo inteso arginare il fenomeno della prostituzione intervenendo genericamente sulla disciplina della viabilità, vietando ad esempio alle auto di rallentare in prossimità di tutti gli incroci per non creare situazioni di pericolo, questo perché, è bene ribadirlo, un’amministrazione comunale non può ‘vietare’ la prostituzione perché nel nostro ordinamento non esiste il reato della prostituzione, dunque un sindaco non può vietare ciò che non è reato e chi lo ha fatto è evidente che ha commesso una forzatura oggi di fatto vanificata dal pronunciamento della Corte Costituzionale. E la nostra stessa ordinanza alla luce della nuova sentenza, era troppo generica e non faceva emergere i requisiti dell’urgenza e della contingibilità, che ad esempio impongono anche l’adozione di provvedimenti limitati nel tempo e nello spazio, proprio perché tesi a risolvere una problematica ‘urgente e contingibile’. A quel punto i nostri uffici – ha proseguito il sindaco Albore Mascia - hanno ripreso a studiare la materia con il prezioso contributo della Questura e abbiamo di fatto confezionato una nuova ordinanza tesa a scoraggiare il fenomeno della prostituzione sul territorio individuando le criticità; nel nuovo provvedimento abbiamo innanzitutto sottolineato che ‘il fenomeno della prostituzione su strada inficia gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici, rendendo difficoltosa la fruizione e il libero accesso agli stessi, creando problemi alla circolazione stradale sui tratti viari interessati, per i comportamenti imprudenti di coloro che, alla guida dei propri mezzi, sono alla ricerca di prestazioni a pagamento, ovvero possono essere distratti per la presenza di persone dedite al meretricio’. E ‘nel periodo estivo l’esigenza di garantire la sicurezza della circolazione è maggiormente sentita a causa del concomitante verificarsi di varie situazioni, come l’aumento della popolazione dovuto ai flussi turistici, lo svolgimento di manifestazioni culturali e musicali nelle vie centrali di Pescara, la maggiore frequentazione delle riviere, del centro storico e del centro cittadino, soprattutto nelle ore pomeridiane e notturne, dello svolgimento delle feste religiose, circostanze che dunque giustificano l’assunzione di provvedimenti contingibili e urgenti da parte dell’amministrazione’. In altre parole oggi tale ordinanza è effettivamente urgente perché l’estate è alle porte e il fenomeno, sempre sentito nel nostro territorio, durante la bella stagione si aggrava ulteriormente. Evidentemente il provvedimento assunto è limitato nel tempo, ossia esclusivamente al periodo estivo al fine di tamponare una criticità specifica. Per tale ragione nella nuova ordinanza abbiamo disposto dalle 22 alle 7, ai conducenti che percorrono tratti di strada in prossimità di abitazioni, spazi e luoghi pubblici o aperti al pubblico, in cui stazionino soggetti dediti all’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, il divieto di ‘fermarsi e/o chiedere informazioni allo scopo di contattare soggetti dediti all’attività del meretricio, contrattare prestazioni, salire o lasciar scendere gli stessi soggetti dal veicolo che si conduce. Inoltre è vietato procedere a passo d’uomo, eseguire brusche frenate o rallentare improvvisamente, effettuare qualsiasi manovra repentina di accostamento o fermata, dovendo invece regolare la conduzione del veicolo e la velocità in considerazione dell’ora notturna al fine di evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone’. Non basta: nell’elaborazione dell’ordinanza abbiamo registrato la massima collaborazione da parte della Questura che lo scorso 15 aprile ci ha segnalato l’elenco delle aree interessate in modo specifico dal fenomeno e sulla scorta di quella segnalazione ben articolata, basata sullo studio e sull’osservazione del territorio, abbiamo meglio precisato i confini di tale divieto che riguarda quattro aree specifiche della città: ossia l’area compresa tra il lungomare Cristoforo Colombo, lungomare Papa Giovanni XXIII, viale Pepe, strada della Bonifica, viale della Pineta, via Luisa D’Annunzio e viale Primo Vere, a sud; l’area compresa tra via Michelangelo, corso Vittorio Emanuele, via Teramo e via Ferrari; poi l’area compresa tra via Leopoldo Muzii, viale Bovio, piazza Martiri Pennesi, corso Vittorio Emanuele e via Michelangelo; infine l’area compresa tra via Cavour, viale della Riviera, via Nazionale Adriatica nord sino al confine con il comune di Montesilvano. Nell’ordinanza però – ha ancora aggiunto il sindaco Albore Mascia - non abbiamo inteso imporre divieti solo a chi viaggia in auto, ma anche a chi esercita l’attività del meretricio. Nello specifico, nelle vie segnalate dalla Questura, è stato imposto ‘il divieto a chiunque di assumere atteggiamenti e modalità comportamentali, ossia indossare abbigliamento, suscettibili di offendere la pubblica decenza nonché tali da manifestare inequivocabilmente l’intendimento di offrire prestazioni sessuali a pagamento’. Dunque non vietiamo la prostituzione, cosa impossibile dal nostro ordinamento, ma vietiamo l’utilizzo di abiti o l’assunzione di atteggiamenti che possono offendere la pubblica decenza. Coloro che saranno sorpresi a violare tale ordinanza, dunque sia chi è alla guida di mezzi e non osserva un comportamento idoneo, sia chi indossa abiti inequivocabili che offendono la decenza, verranno puniti con la sanzione sino a 500 euro. Vero è che già in passato le prostitute multate in realtà non hanno pagato le sanzioni, ma d’ora in avanti multare le prostitute sarà utile perché la stessa normativa prevede dopo la terza, quarta, quinta sanzione insoluta, la possibilità per le Forze dell’Ordine di procedere con l’espulsione del soggetto extracomunitario sanzionato, o l’emissione del foglio di via obbligatorio per i soggetti comunitari, dunque la nostra ordinanza è un ulteriore strumento a disposizione delle nostre Forze dell’Ordine per fermare il fenomeno. Il documento è già stato inviato al Prefetto che l’ha approvato, e, proprio per il principio dell’urgenza e della contingibilità, l’ordinanza resterà in vigore sino al 31 ottobre 2011, ossia sino alla conclusione della stagione estiva ed è ovviamente già esecutiva. Il nostro obiettivo, lo ribadisco, è quello di garantire ordine pubblico e la tutela dei cittadini, di restituire tranquillità ai residenti di quelle vie particolarmente interessate dal fenomeno della prostituzione e di collaborare con le Forze dell’Ordine nella volontà di scardinare un mercato che spesso vede le donne vittime del fenomeno stesso. A ottobre effettueremo un monitoraggio del fenomeno per decidere come procedere. Infine ricordiamo che il pronunciamento della Corte Costituzionale non cancella né annulla le sanzioni comminate alle peripatetiche prima della sentenza”.

 

 


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