Pescara: resta il registro delle coppie di fatto

Diritti civili stamani in consiglio

22 Settembre 2008   10:33  

Il registro delle unioni civili non sara' abolito, a Pescara. Il consiglio comunale, riunito questa mattina, ha infati bocciato la delibera presentata dal centrodestra per revocare la delibera istitutiva del registro, approvata nel 2007 ma mai portata avanti a Palazzo di citta'. Dopo una lunga discussione in aula il consiglio ha respinto la delibera proposta dall'opposizione con 15 voti a favore, 19 contrari, 3 astenuti. Una delibera simile a quella del centrodestra, proposta dai consiglieri di maggioranza, Zuccarini e Palka, e' stata invece ritirata. Un appello in tal senso e' arrivato dal sindaco Luciano D'Afonso, il quale ha chiesto al consiglio di "evitare di cadere vittima di una pozzanghera dell'ideologia. Il mio suggerimento - ha detto in aula il primo cittadino - e' di discutere prima dell'argomento con personalita' di livello nazionale, come il ministro Brunetta" 

L'articolo di questa mattina

I nodi cominciano a venire al pettine. Mentre a livello nazionale il bimbo Partito Democratico ancora non sa bene cosa fare da grande, ed a livello europeo non riconosce ancora bene la propria casa madre, al Comune di Pescara si divide, essendo arrivato al momento della scelta.

Il punto cruciale è quello del quaderno delle coppie di fatto, voluto dall'amministrazione passata, che praticamente è la stessa di ora, con le differenze, evidentemente non marginali, che prima delle elezioni di primavera ancora non era costituito il gruppo del Pd e, soprattutto, erano presenti in Consiglio le forze della sinistra.

Oggi, con il Partito Democratico ben saldo alla guida della città, con una maggioranza rassicurante, il quaderno vuol essere abolito, senza nemmeno esser stato costituito ufficialmente, al di là dell'approvazione della delibera da parte del Consiglio comunale.

Questa mattina, in Consiglio comunale arrivano due delibere, presentate dall’opposizione e da alcuni esponenti della maggioranza, per revocare il registro delle unioni civili.

Il Pd arriva in aula chiaramente spaccato in due: da un lato i consiglieri ex Margherita, che non possono che essere favorevoli all’abolizione dell'anagrafe per i non sposati; dall’altro, gli ex Ds che, se non altro per motivi storici, sono per il mantenimeto del registro.

È proprio la divisione del partito di maggioranza relativa a rendere incerto il risultato del voto.

Il Pdl si sta ricompattando, sollecitato dal capogruppo Albore Mascia, che sta spronando i colleghi dell’opposizione ad essere presenti in aula per far numero durante la votazione: questa può essere un'occasione, per l'opposizione, per mettere in evidenza la divisione del centro sinistra, ottenendo un successo politico.

Ecco i numeri.

L’opposizione conta in aula dieci consiglieri del Pdl, più tre dell’Udc e due della Lista Teodoro.

La maggioranza, invece, si presenta molto più numerosa: diciotto esponenti Pd, tre dell’Italia dei valori, due della lista Città ponte e uno dei socialisti. Totale ventiquattro, più il sindaco.

Ma non si sa, alla fine, quanti voteranno a favore e quanti contro. C'è poi il consigliere della Sinistra, il cui voto sembra il più prevedibile di tutti.

L’asse ex Margherita-centrodestra rischia di aprire nel Pd una lacerazione profonda su un atto puramente simbolico, a due mesi dalle elezioni regionali e per questo ieri si sono moltiplicati gli appelli a mantenere unita la coalizione. Mentre D’Alfonso, non avendo mai visto di buon occhio il registro delle unioni civili, se ne è lavate la mani, concedendo libertà di voto a tutti.

«La maggioranza del gruppo è favorevole» ha assicurato il capogruppo del Partito democratico, Moreno Di Pietrantonio, c'è però da ricordare che il capogruppo fa capo alla sinistra interna del Pd.


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