Piano di protezione civile a L'Aquila: centri di accoglienza nel fango e polemiche

18 Febbraio 2013   12:53  

Trema la terra in Abruzzo e risveglia gli incubi nel cratere sismico. Cinque scosse nella notte tra sabato e domenica di cui la più forte i magnitudo 3.7 con epicentro nel distretto del Gran Sasso. E questa notte altre tre scosse più piccole ma con quasi identico epicentro.

E con la paura tornano nel capoluogo a divampare anche le polemiche  

I cittadini si chiedono cosa abbia fatto il Comune dal 2009 di concreto per la prevenzione, per affrontare in modo organizzato un'altra emergenza sismica.

Una risposta intanto la offrono queste nostre eloquenti immagini: si riferiscono, ebbene si, ad una delle aree di accoglienza predisposte almeno sulla carta dal Comune nella frazione di Tempera dove i cittadini devono recarsi in caso di emergenza e nel caso preferiscano opportunamente trascorrere la notte fuori casa a seguito di una forte scossa a cui potrebbe seguirne un'altra letale.

Possibilmente, aggiungiamo noi, con un paio di stivali, visto il fango, con una buona coperta e pronti a stringersi in piedi e in pochi metri quadrati, visto che come in quasi tutte le altre aree, non ci sono tende riscaldate e soprattutto perché buona parte della sedicente area di accoglienza di Tempera è occupata da un cantiere edile ed usata come sito di stoccaggio.

Altrove, nelle frazioni di Coppito, Paganica e Bazzano ci sono a disposizione tre tensostrutture, due delle quali sono le tende amiche, montate dalla Caritas per attività ludici e di socializzazione. Non è dato a sapere se anche in questo caso bisogna portarsi da casa una brandina ed una stufetta. La tenda di Bazzano infatti e chiusa con un lucchetto e non è possibile verificare.

Garantisce peròm il sidaco Massimo Cialente: '' Il Comune dell'Aquila, tramite il piano di protezione civile, ha sempre allestite tre tende riscaldate dove i cittadini che per paura sentono l'esigenza di uscire di casa, possono passare la notte. 

Le tende, si ricorda, si trovano a Coppito (Murata Gigotti), a  Paganica (Tenda Amica) e a Bazzano (Tenda Amica). Oltre le tende, sono indicate con specifica segnaletica anche le aree di raccolta e il piano di protezione civile è da tempo fruibile sul sito del Comune dell'Aquila"

Denuncia però a tal proposito il consigliere Vincenzo Vittorini, che la notte del 6 parile ha perso sotto le macerie la figlia e la moglie:

''A L'Aquila ci solo tre tende per 50.000 abitanti! E qualche cartello di indicazione per spogli, disorganizzati e a volte inaccessibili piazzali di "rifugio". Questo non è un piano di protezione civile. È la politica degli struzzi. La pazienza degli aquilani è allo stremo. È necessario svegliarsi subito perchè, come abbiamo sperimentato, la sicurezza si costruisce prima e non dopo.''

Sotto accusa ancora una volta l'assessore e vicesindaco Roberto Riga, che reagisce annunciando oggi in un comunicato stampa un imminente ''incontro a Roma con il capo del Dipartimento della protezione civile nazionale, per organizzare una importante esercitazione di protezione civile''. 

 


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