Piazza d'Armi, riappare lo spauracchio cementificazione

Sembra svanito il progetto del parco urbano

09 Febbraio 2010   00:28  

Era il 18 dicembre del 2008 quando in una affollata cerimonia nella sala consiliare di palazzo Margherita, con la simbolica consegna della chiave da parte di un rappresentante del Demanio al sindaco Cialente, si sanciva il passaggio di proprietà di piazza d'Armi.
Quell'immensa area da tempo abbandonata persino dai mezzi cingolati dell'esercito che per anni vi hanno scorrazzato, unica oasi inedificata nel cuore della città, diventava a tutti gli effeti del Comune.
Anche se dopo anni di battaglie e non senza spese - la municipalità ha sborsato poco più di due milioni di euro per l'acquisto - quello che secondo il programma di mandato dell'amministrazione di centrosinistra doveva diventare un parco urbano, era finalmente nelle disponibilità della città.

Quella svolta ha sancito l'inizio di un'era nella quale si sono palesate le grandi mire speculative che se fino ad allora non trovavano facili sponde, con la proprietà comunale dell'area rischiavano e rischiano di diventare realtà.
Poi c'è stato il terremoto. La fase dell'emergenza ha scampato il rischio cementificazione, anche se non quello degrado, visto che il sito è in un primissimo momento stato scelto per scaricare le macerie causate dai crolli che venivano rimosse.

Oggi, si torna a parlare del futuro dell'area, 18 ettari di terreno incontaminato in una zona che se prima del sei aprile era centrale, oggi è il vero e proprio centro della città, e lo sarà probabilmente per i prossimi dieci anni.

Ma ora meno che mai si pianifica un intervento organico per lo sviluppo e la riqualificazione di piazza d'Armi, che, anzi, continua ad essere rosicchiata da tutti i lati.

Sta creando non pochi malumori la decisione di far insediare la nuova mensa dei poveri con annessa chiesa e conventino per i frati minori, i cui lavori di realizzazione sono già iniziati e procedono piuttosto speditamente, ma ci sono almeno altri quattro progetti che insidiano il futuro dell'area.

Oltre a quello più apprezzato e condiviso del parco urbano con auditorium, non a caso previsto nel programma di una coalizione che ha vinto le elezioni, ci sono quello del teatro l'Uovo, che vorrebbe installare una tensostruttura per ricollocarsi e riprendere la propria attività, quello della Confcommercio che prevedeva il ricollocamento del mercato di piazza Duomo e quello dell'associazione Forza L'Aquila, probabilmente il più impattante, che utilizzerebbe l'intera area, compresa quella dov'è attualmente il campo di atletica, per costruire alcune strutture sportive, un albergo da duecento posti letto e un supermercato di quasi quindicimila metri quadrati.

Fino ad oggi nessuno di questi progetti si è concretizzato, tranne uno: quello della mensa dei poveri. Ma si sà, non tutti hanno Celestino in paradiso.
L'aspetto curioso è che di nessuno, a parte quest'ultimo, c'è traccia negli uffici comunali.

E nessuno di questi, per un motivo o per l'altro, trova ancora spazio di manovra. Il teatro L'Uovo pare non abbia abbastanza fondi per realizzare la base di cemento armato sulla quale poggiare la tensostruttura che gli è stata donata; il nuovo mercato doveva pagarlo la Confcommercio, salvo poi scoprire che l'associazione di categoria non aveva grandi risorse, tanto da chiedere il soccorso della Protezione civile.

Il più sponsorizzato, fino ad oggi, è il progetto di Forza L'Aquila che ha ottenuto persino il benestare del presidente emerito della Repubblica Ciampi. Anche a livello locale pare sia il più spinto, avendo ottenuto il patrocinio di Comune, Provincia e Regione.

Ma a creare polemiche è adesso la mensa di Celestino, per la cui realizzazione il Comune ha concesso l'area in comodato d'uso gratuito. I critici si domandano se la chiesa non avesse potuto utilizzare uno dei tanti terreni di sua proprietà, come fatto con la Casa dello studente della Lombardia a Coppito. I favorevoli, la chiamano emergenza: lo stato delle cose per il quale tutto è lecito e concesso, il principio che ha guidato ogni azione in questi dieci mesi post-terremoto.

La VII Circoscrizione, intanto, affrontando il tema del futuro di piazza d'Armi, in merito alla mensa dei poveri ha puntato il dito contro la violazione della destinazione urbanistica, a verde pubblico, dell'area, stabilita con una delibera seguita all'acquisizione da parte del Comune nel 2008 e mai modificata. Dunque, quello della mensa può essere considerato un abuso, una forzatura, che in virtù della bontà del progetto in molti tollerano, saranno disposti gli aquilani a tollerare anche altro?

(MS)


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