Poggiofiorito e Villamagna, festa della trebbiatura e assedio turchi

11 Luglio 2008   11:35  

Con i sistemi e le attrezzature tipiche di alcuni decenni fa, gli abitanti di Poggiofiorito faranno rivivere domani la prima "Festa della trebbiatura". Dalle ore 17 in piazzetta San Matteo si potra' rivivere uno dei momenti piu' emozionanti della cultura contadina. Una sorta di "rito" in cui le fatiche di un anno di lavoro trovavano il loro epilogo e intere famiglie si riunivano per una grande festa con balli, canti, tavole imbandite e buon vino. Alla Festa della Trebbiatura - organizzata dall'Associazione culturale Tommaso Coccione di Poggiofiorito - saranno esposti alcuni attrezzi tipici legati al mondo contadino con le spiegazioni sul loro uso. Saranno utilizzati, tra l'altro, uno splendido esemplare di Landini testa calda e una storica mietitrebbia di proprieta' del signor Nicola De Virgiliis, di Caldari di Ortona. Durante la trebbiatura, che comincera' alle 17, saranno offerti dolcetti tipici e vino cotto. Dopo il duro lavoro, dalle ore 20.30, spazio al divertimento e alla buona tavola. Ad allietare la serata non potevano mancare le meravigliose musiche e canti della tradizione popolare abruzzese a cura della "Cumbagnie de lu Sole Allavate". Far rivivere agli anziani quei giorni lontani e pieni di sacrifici, dimostrare ai giovani cosa era la vita dei nostri avi . dicono gli organizzatori - e' lo scopo principe di questa manifestazione.

 

A mezzogiorno in punto di domenica, 13 luglio, memoria liturgica di santa Margherita vergine e martire, come vuole una tradizione ormai secolare, Villamagna torna ad essere "assediata" dai Saraceni, in ricordo della miracolosa salvezza dalle orde turche di Piali' Pascia' che nel 1566, dopo aver saccheggiato le coste abruzzesi, provava a depredare anche i centri dell'entroterra. La rappresentazione del miracolo di Santa Margherita e' una delle piu' suggestive dell'intero Abruzzo e ricostruisce, in un'ora circa, tutte le fasi di quell'assedio che molta angoscia porto' ai villamagnesi. Il tutto inizia con i Saraceni accampati nei dintorni di Villamagna: prima di attuare il loro piano di devastazione, i turchi mandano in avanscoperta un drappello con a capo tre uomini scelti per spiare se il paese e' protetto da una guarnigione e preparare quindi l'attacco. Giunti nei sobborghi della cittadina, mentre i tre scrutano la zona, improvvisamente appare una fanciulla che sbarra a loro il passo. Dopo averli intimoriti, la misteriosa apparizione sparisce. I soldati che accompagnavano il drappello si arrestano sconcertati, poi si consultano e decidono di riferire l'accaduto ai loro comandanti, che non ne vogliono sapere di rinunciare all'assedio. I soldati tornano di nuovo e si spingono vicinissimi al paese, provocano alcuni focolai di incendio, con l'intento di terrorizzare la popolazione prima del saccheggio ma si ripresenta la misteriosa fanciulla. Non basta: i Saraceni decidono di far intervenire comunque il grosso della truppa per cingere d'assedio Villamagna e baldanzosi e spavaldi, preceduti dalla fanfara, raggiungono le porte della cittadina; tutto ormai sembra perduto. Ma un altro evento straordinario interviene a fermare la loro marcia: una trincea di fuoco si accende davanti ad essi e per la terza volta appare la strana fanciulla. Di fronte a questi prodigi, sbigottiti e toccati dalle parole della coraggiosa giovane, i soldati si sbandano intimoriti e fuggono disordinatamente. Nei pressi della localita' chiamata "La Croce" i Saraceni avvertono che una forza misteriosa si oppone ai loro piani, ricompongono i drappelli e stabiliscono di risparmiare Villamagna dal saccheggio e dalla morte. Ripongono le anni e si riavvicinano per entrare pacificamente nella cittadina, attraversano le vie principali e fraternizzano con i villamagnesi. Li ritroviamo in piazza, dinanzi alla chiesa madre, ove si conclude la rappresentazione: all'interno dell'edificio sacro, il popolo celebra la novena in preparazione alla festa di Santa Margherita; alcuni soldati entrano nel tempio e riconoscono nella statua solennemente esposta, la strana giovanetta che li aveva fermati lungo la via, pronunciando parole di pace. La voce si sparge e i villamagnesi gridano al miracolo, mentre i turchi si convertono al cristianesimo. Una stora popolare, che unisce a dati storici molte invenzioni popolari, ma che creano una rappresentazione piena di fede e di pathos che e' sempre seguita da numerosissimi turisti e fedeli.


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