La maxi-inchiesta coinvolge 19 agenti della Polstrada di Pratola Peligna, con accuse di falso, peculato, e omissioni di soccorso.
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Un’indagine complessa ha scosso la sottosezione della Polizia Stradale di Pratola Peligna, coinvolgendo 19 agenti accusati di comportamenti irregolari durante il servizio. L'inchiesta, iniziata nel 2019 e durata tre anni, ha svelato presunti episodi di peculato, falso, furto, omissioni d'atto d'ufficio e persino di abbandono del posto di lavoro per dormire o svolgere attività personali durante l'orario di pattuglia.
I dettagli emersi sono sorprendenti: alcuni agenti avrebbero usato le vetture di servizio per scopi privati, mentre altri si sarebbero appartati a dormire durante i turni notturni. Si ipotizza inoltre che in alcune circostanze abbiano omesso di soccorrere veicoli in panne o di svolgere rilievi in incidenti stradali.
L’indagine è stata condotta con strumenti di alta tecnologia, tra cui intercettazioni telefoniche, GPS installati sulle auto di servizio e riprese di telecamere di sorveglianza. Al termine delle indagini, il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha deciso di sospendere 10 agenti dal servizio per periodi da otto a dodici mesi. Per tutti i coinvolti si prospettano procedimenti disciplinari e una possibile indagine della Corte dei Conti.
La difesa dei poliziotti respinge con forza ogni accusa. I loro avvocati sottolineano come molte contestazioni riguardino il periodo del lockdown, quando il traffico stradale era notevolmente ridotto e i controlli limitati.
La Procura di Sulmona sta valutando se alcune accuse possano essere archiviate per la loro modesta rilevanza penale, ma rimangono ancora aperte questioni di rilievo disciplinare e giudiziario.
La vicenda, che ha suscitato scalpore, rappresenta un caso emblematico sul tema della responsabilità dei pubblici ufficiali e del corretto utilizzo delle risorse statali. Ulteriori aggiornamenti sono attesi nei prossimi mesi.