Porto canale: il giorno della rabbia contro la politica insabbiata

18 Maggio 2011   13:59  

Sit-in di protesta questa mattina a Pescara degli operatori commerciali (spedizionieri doganali, agenzie marittime, società di rimorchi, ormeggiatori e piloti) del porto canale che chiedono interventi urgenti per far ripartire il dragaggio del fiume (di nuovo fermo), e non far definitivamente chiudere lo scalo marittimo.

"A due anni e mezzo dall'allarme lanciato per lo stato dei fondali del fiume - ha dichiarato l'agente marittimo Bruno Santori - le cose sono ulteriormente peggiorate, a causa anche di un dragaggio che così come è fatto oggi, serve a poco, se non a buttare a mare soldi pubblici. Fino ad ora - ha detto ancora Santori - sono stati spesi oltre 2,5 milioni di euro, per far restare la situazione così come era prima.

La politica e le istituzioni tutte, devono prendere coscienza che altrimenti sarà la fine. Noi siamo solidali con i pescatori, e auspichiamo interventi urgenti.

Fra questi chiediamo in particolare che la Capitaneria di Porto di Pescara adotti immediatamente le procedure cosiddette di Somma Urgenza, in modo da permettere all'immediato ripristino della discarica a mare dei fanghi, che costerebbe meno, consentendo allo stesso tempo di passare da uno smaltimento di 17 mila metri cubi di fanghi a oltre 240 mila metri cubi.

Solo in questo modo si potrà tentare di salvare il porto dalla chiusura che di fatto è già in atto da giorni". Gli operatori commerciali hanno denunciato la situazione incredibile della petroliera Niker è fuori rada e al largo del porto canale, in quanto per il pilota non sussistono al momento le condizioni minime di sicurezza per permettere l'ingresso del natante in porto


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