Post-terremotati soli e istituzioni assenti a Montereale

06 Ottobre 2010   08:58  

Riceviamo dal signor Dario Tudini, residente senza casa di Aringo di Montereale e pubblichiamo:

'' Sempre ci si domanda, ma maggiormente quando serve, dove è la nostra amministrazione specialmente quella locale. Non siamo noi che paghiamo tramite le tasse i loro stipendi? Quindi siamo noi i loro datori di lavoro, si intende per modo di dire, in quanto noi non possiamo licenziarli o almeno riprenderli nel caso di mancanze lavorative, e allora come si dice siamo cornuti e mazziati.

Prima di sparare a zero o come diceva mio nonno a sale e pepe bisogna che conosciate la nostra situazione.

Sono un residente di Aringo frazione del comune di Montereale, uno degli ultimi comuni entrati nel cratere sismico.

Sin dall'inizio il governo locale ha pensato in grande, tanto pagava la Protezione civile, richiedendo campo tende, mensa, aiuti, map e per ultimo ufficio sisma.

Ma una volta che la Protezione civile se ne è andata via ci siamo ritrovati con un pugno di fumo, perchè di fatto i nostri governanti locali si sono fatti pubblicità per le elezioni provinciali con il terremoto, e non hanno però creato le basi per una vera assistenza alla popolazione.

In effetti oggi non abbiamo più un Comune, il sindaco, ora nella minoranza del consiglio provinciale si è dimesso lasciando molti problemi irrisolti.

Ed i problemi sono tanti e l'elenco che vado a fare non è esaustivo: il comune aveva sempre dichiarato che le seconde case non sarebbero state rimborsate, e questa  affermazione infondata e falsa ha indotto tante persone a non agire, ha fatto si che non sia mai partita fino ad oggi una vera ricostruzione, ritardando di conseguenza il rientro nelle case; non ha mai creato un ufficio sisma all'altezza della situazione; ha sempre rifiutato aiuti esterni; sono stati tralasciati gli aspetti formali e materiali della buona gestione del comune.

E così ora siamo allo sbando, i veri terremotati della nostra zona, mancando i controlli delle abitazioni, che dichiarino il grado di inagibilità, non possono effettuare progetti perché non sanno a quale lettera appartiene la loro abitazione e poi se vanno al comune e in special modo all'ufficio sisma devono fare non dico un terno a lotto ma una cinquina per trovare qualcuno.

Ma possiamo andare avanti così? Non siamo cittadini come tutti gli altri? Non abbiamo diritto di sapere se possiamo rientrare nelle nostre case e che lavori dobbiamo fare?

Tutto questo baillamme ha fatto si che persone di buon cuore, magari rimettendoci, ci stiano dando un grande aiuto sopperendo alle negligenze dei governatori locali con la loro esperienza.

Stiamo parlando del gruppo di ingegneri venuti dalle Marche che prendendo a cuore la nostra situazione ci stano dando una grossa mano sopperendo come si è detto alle negligenze del comune ma come sappiamo non possono sostituirsi a loro.

Io queste persone le ammiro e le ringrazio sono per noi come il faro per il marinaio che quando non vede la terra si aggrappa a quella luce lontana.

Ma sempre questa situazione creata dai nostri governanti locali ha aperto la strada all'invasione dei ''saprofiti'', persone che si approfittano delle disgrazie altrui.

Sono quei pseudo professionisti locali che con false lusinghe e promesse carpendo la buona fede dei terremotati, percependo compensi non dovuti e non fatturati, modificando lo stato delle cose fanno rientrare il terremotato nella sua agognata casa facendo solo lavoro di maquillage e non di salvaguardia sismica e ottenendo magari tramite favori l'agibilità.

Ora non avendo un sindaco, un consiglio comunale a chi ci dobbiamo rivolgere per tutelare i nostri diritti e far si che le cose abbiano un corso ufficiale?

A chi ci dobbiamo rivolgere per avere nelle scadenze convenute dalla legge tutte le informazioni necessarie, vedasi la scadenza degli aggregati fissata al 30 settembre, ma ancora non pubblicata dal comune, oppure la lista delle verifiche effettuate non rispecchia quanto controllato a quella data oppure perché non viene pubblicata la risposta della Corte dei Conti indirizzata al comune di Montereale ove viene affermato che anche le seconde case rientrano nel rimborso, questo toglierebbe notevoli dubbi alla popolazione.

Dario Tudini


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