Poste, consegne al collasso nel Pescarese e partono le prime denunce

Tutt'altro che rosea e rassicurante, la situazione del servizio postale tra Pescara ed i centri della Provincia, tra ritardi, consegne in ritardo ed altri inconvenienti di varia natura.

Un andazzo che è ormai routine nel Pescarese, sintomo evidente di un sostanziale collasso figlio di vari elementi, in particolare della carenza di portalettere. Gli operatori del servizio, a dire il vero, sulla carta non mancherebbero, ma si trovano adover fare i conti pressoché ogni giorno con malattie, ferie obbligatorie, maternità, 104, infortuni ed altro. Intanto, sono iniziate a partire le prime proteste e denunce da parte dell'utenza.

I problemi nelle consegne non sono tuttavia da addebitrsi a loro, come ha affermato il segretario generale regionale del Sindacato lavoratori Comunicazione (Slc) della Cgil Sergio di Marcantonio: "I portalettere non hanno alcuna colpa per le carenze del servizio: nonostante le ripetute denunce, è l'azienda che continua ad essere inadempiente, mentre continuano ad esserci carenze organizzative che impediscono il conseguimento di un minimo standard qualitativo. E la situazione appare anzi destinata a peggiorare con la nuova ristrutturazione, dopo che già quella dello scorso anno provocoò circa 5.000 tagli".

Pensiero sottoscritto anche da Massimo Giancola, coordinatore provinciale della Slc-Cgil, che ha aggiunto anzi come "a causa delle assenze per malattie, ferie obbligate, maternità o altri motivi, nei centri primari manca in media il 10% del personale. A Montesilvano, addirittura, tale picco tocca il 25%".

La conseguenza di tali carenze è l'accumularsi di posta fin quando i postini delle zone di competenza non rientrano al lavoro, senza dimenticare tutti coloro che, per supplire alle assenze di altri, si ritrovano praticamente costretti a fare gli straordinari o lavorare durate le ferie, o nella migliore delle ipotesi a coprire più zone nell'orario di lavoro di 7 ore e 12 minuti.