Premi d'oro ai dirigenti e direttori regionali: per il nucleo di valutazione tutti bravissimi
Non si placano le polemiche per il raddoppio del premio annuale di produzione a favore dei direttori e dirigenti della Regione Abruzzo Un riconoscimento per l'eccellente lavoro svolto che va a rimpinguare lo stipendio dei direttori di circa 100mila euro all'anno, con ulteriori 22euro circa, e lo stipendio dei dirigenti, di circa 85 mila euro, con un premio in media di 16mila euro.
Agli stipendi dei dirigenti e direttori va poi aggiunta la retribuzione Individuale di anzianità (RIA) o l’Integrazione di Salario di Anzianità, che possono superare i i 10 mila euro l'anno e in molti casi arriva ai 5mila euro. ( vedi schede).
La valutazione dei dirigenti e direttori è affidata ad un Nucleo di valutazione, presieduta dall'ex comandante dei vigili urbani di Chieti il Colonnello Valentino Cardo, retribuito 2000 euro al mese per la sua attenta e imparziale analisi dell'operato dei dirigenti e direttori.
Seguendo una consolidata tradizione, anche quest'anno il Nucleo di valutazione ha dato il massimo dei voti e il massimo del premio in denaro consentito a quasi tutti ( e di consistenza quasi doppia rispetto all'anno precedente).
Con buona pace del principio sotteso al premio di risultato, creare competizione tra i vari settori della pubblica amministrazione, incentivandola con un premio in denaro a centrare tutti gli obiettivi e a primeggiare, come avviene in ogni azienda seria e competitiva. Il massimo dei voti dovrebbe essere l'eccezione e rappresentare un'eccellenza da emulare, non la regola, e un lucrosissimo riconoscimento dato per scontato.
L'assessore Federica Carpineta ha ieri spiegato che lei non ci può fare nulla, ci sono degli obblighi di legge. Liquidando come demagogia l'indignazione generale che questi super-premi suscitano in una regione dove intanto si tagliano servizi essenziali per le fasce deboli della popolazione per risanare la voragine del debito causata proprio da quell'ente Regione diretto da una burocrazia a a quanto pare eccellente ed ineccepibile. Il consigliere del Pd ed ex assessore al Bilancio Giovanni D'Amico critica in un'intervista al quotidiano Il Centro i sindacati conservatori e un pò fuori dalla realtà:
''Uno dei motivi per cui non si differenzia la produttività dei dirigenti pubblici – spiega D'Amico - dipende dal fatto che i sindacati hanno scarsa predisposizione a premiare i migliori e tendono spesso a livellare le posizioni. Nella contrattazione delle retribuzioni di risultato, i sindacati puntano a garantire tutti. È una vecchia impostazione del sindacato considerare il lavoro pubblico un un luogo garantito, oltre che un grande bacino di consenso elettorale. Dopo la legge Brunetta, però, qualche strumento in più la Carpineta ce l’ha, se non altro grazie alla possibilità di modificare i criteri di valutazione. Per questo dico che se l’amministrazione lo volesse, potrebbe avere più agio nell’applicare modalità più efficaci rispetto al passato''.
A promettere battaglia è invece il conigliere dell'Italia dei Valori Carlo Costantini che definisce i privilegi dei direttori e dirigenti un bubbone da eliminare al più presto: ''L’errore più’ grande che l’Assessore Carpineta commette e’ quello di difendere l’indifendibile. Le ho detto in più’ occasioni – e non potrà’ smentirlo – che se avesse avuto bisogno di aiuto da parte dell’opposizione per mettere in campo riforme difficili da far digerire l’avrei sostenuta, certo di poter convincere anche gli amici del Partito Democratico a fare altrettanto. Le ho offerto questa disponibilità’ perché’ sapevo perfettamente quali e quante difficoltà’ avrebbe incontrato, qualora avesse deciso con fermezza di aggredire un “bubbone” che costa all’economia regionale molto più’ di quanto già’ costino i loro stipendi d’oro.''
Il consigliere Maurizio Acerbo di Rifondazione chiede accesso agli atti: vuole capire con quali criteri sia stata decisa questa ''moltiplicazione dei pani e dei pesci''.
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