Presentata Blow up, l'automobile gonfiabile made in Abruzzo

04 Dicembre 2011   09:56  

Presentata al Motor Show di Bologna la blow car, la piccola ed ecologica automobile gonfiabile "made in Abruzzo", con l'esposizione di due prototipi, uno marciante con porte apribili e l'altro statico. La realizzazione del progetto di Dario Di Camillo è frutto della società Blowcar su iniziativa della Fondazione Pescarabruzzo, della Concept Inn, della Domal Company e della Proma.  
BlowCar sarà disponibile sul mercato a partire da dicembre 2012 in tre motorizzazioni: endotermico (tradizionale), ibrido ed elettrico.  Non si conoscono, per il momento, i prezzi commerciali della vettura indicati alla rete di vendita che sarà allestita nei prossimi mesi.

La produzione, come ribadito più volte dall’ideatore Dario Di Camillo, originario di Collecorvino, sarà a Penne. Ed è già stata individuato il sito produttivo ed è in via di realzzazione l'infrastrutturazione necessaria.

Blow car. La city car leggera, ecologica, sostenibile

Intervista all'architetto Dario Di Camillo realizzata da www.energiaspiegata.it nel 2010


Architetto Di Camillo, il suo studio ha appena presentato la Blow car: la macchina gonfiabile. Quando è nata quest’avventura?Qual è la sua storia?

Si tratta di un’avventura che è nata nel 1997 quando abbiamo cominciato a lavorare a progetti di ospitalità temporanea low cost che prevedevano l’utilizzo di inflatable systems, si tratta di tecnologie e materiali in uso in campo aeronautico, per la realizzazione di air bag, scivoli d’emergenza degli aerei, sonde spaziali. All’epoca avevamo immaginato piccoli alberghi low cost, con 8 unità abitative, che si gonfiano in 30 secondi. Si tratta di soluzioni adatte ad ospitare dei giovani, unità che possono essere temporaneamente collocate ovunque, anche pieno centro, per dire, tant’è che avevamo avviato dei contatti con la provincia di Milano che era interessata al progetto soprattutto per risolvere situazioni di overbooking durante eventi come il Salone del Mobile. Accanto a questo abbiamo pensato altri progetti, come i blow garage, blow bike, attrezzature per il mare... Poi via via si è fatta strada l’idea che questo sistema poteva funzionare anche come carrozzeria per l’automobile, per una nuova idea di auto, e questo progetto ha prevalso su tutti gli altri.

Ridurre il peso dell’auto è il problema fondamentale di ogni casa automobilistica, voi siete intervenuti in maniera diciamo radicale su un punto su cui gli altri intervengono con palliativi, con timore…

Sì, spesso le pubblicità delle automobili puntano su questo aspetto, ed in effetti molte case automobilistiche rivolgono a questo problema il massimo della loro attenzione, ma lo fanno senza inventiva, scegliendo materiali molto nobili e quindi molto costosi. Noi abbiamo voluto dare uno scossone al mondo dell’auto e avviare una piccola ma decisiva rivoluzione nel settore.
Ovviamente, usando questi materiali, il veicolo è decisamente più leggero e consuma decisamente di meno di una macchina normale con prestazioni analoghe.


Un dato che fa della blow car un’auto decisamente green...


Sì, ma questa non è l’unica ragione per cui la blow car può a buon diritto essere definita ecologica. Anzi, la ragione fondamentale è un’altra: il consumo di energia necessario per realizzarla è notevolmente inferiore. Per realizzare la blow car non si fa uso di stampi, non c’è da muovere presse, si procede a un lavoro di natura quasi sartoriale con il laser e si salda. C’è poi un altro elemento importante che è il riciclo del materiale; tutta la parte esterna, la carrozzeria tradizionale, è realizzata in un materiale del tutto riciclabile: si tratta di PVC. A fine ciclo, dell’auto resta un cubetto di PVC. Un elemento che ne aumenta il valore di eco sostenibilità riconosciuto anche a livello europeo e che porta vantaggi anche dal punto di vista assicurativo. In più ovviamente, abbiamo previsto tutte le versioni oggi possibili, cioè la versione ibrida, elettrica ed endotermica.

In quanto a sicurezza e tenuta di strada, i test fatti che risposta vi hanno dato?

Stiamo eseguendo adesso i test di questo tipo, ma siamo molto fiduciosi sui risultati. Il materiale è lo stesso dell’air bag. Solo che quando un air bag si apre all’improvviso all’interno di un abitacolo, qualche problema si può comunque avere (per esempio se il guidatore ha gli occhiali), mentre se viene posto all’esterno, la protezione è costante. Stiamo lavorando anzi per togliere sempre più lamiera e per controllare al meglio il raccordo con la lamiera, in maniera che la collaborazione tra i materiali sia ottimale. Ricordiamoci che è il materiale con cui si costruiscono le sonde che atterrano su Marte.

Chi è l’utente ideale?

La blow car è una city car. Un’auto adatta a un pubblico anche di adolescenti, dai 14 ai 16 anni, a chi vuole muoversi in centro città in maniera ecologica, alle amministrazioni che possono anche impiegarle in maniera intelligente per il car sharing o comunque per la mobilità del personale.

Con la crisi attuale, qualcuno certamente vedrà in questa nuova tecnologia un pericolo per i posti di lavoro invece di una potenzialità…

Noi invece pensiamo che possa portare sviluppo. Ovviamente parliamo di piccole fabbriche, per numeri piccoli, almeno per ora. La fabbrica per la realizzazione delle prime blow car avrà sede in Abruzzo, pensiamo che possa arrivare ad occupare una sessantina di persone. Gli elementi standard dell’auto - la parte hardware, le 4 ruote – potranno essere frutto di accordi con partner diversi. Certo noi immaginiamo anche possa aprirsi uno scenario interessante per noi anche nei paesi in via di sviluppo e per questo abbiamo brevettato la nostra tecnologia in 130 paesi del mondo.


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