Presentato il bilancio di ‘Notti Sicure’ a Pescara

24 Febbraio 2012   16:35  

“Si sono sottoposti all’alcoltest, hanno risposto al questionario sulle proprie abitudini di vita, hanno chiesto informazioni circa i rischi legati alla guida in stato di ebbrezza, ma per orgoglio, anche quando sono risultati con un tasso alcolico nel sangue elevato, non hanno accettato di farsi accompagnare a casa, ma, in compenso, hanno atteso un’ora prima di rimettersi alla guida adottando le misure di cautela più opportune. E’ questo l’esito della campagna di sensibilizzazione contro l’abuso di alcol ‘Notti Sicure’ promossa nel centro storico di Pescara, ossia nel cuore della movida invernale, tra dicembre 2011 e gennaio 2012 dall’amministrazione comunale con Aci e l’associazione Modavi e alla quale hanno aderito 451 ragazzi. Una campagna che ha prodotto i suoi risultati soprattutto in termini di formazione e informazione e che in estate sicuramente ripeteremo, spostandoci questa volta sulla riviera nord, che nella bella stagione si riempie di giovani”. Lo ha detto il Coordinatore delle Politiche Giovanili Vincenzo D’Incecco durante la conferenza stampa odierna convocata per tracciare un bilancio della campagna ‘Notti Sicure’, alla presenza del consigliere del Coordinamento Andrea Salvati, dell’avvocato Sartorelli, Presidente Aci, e di Maristella Diodati, responsabile Modavi.

“Pescara ha voluto sperimentare un progetto-pilota che punta a informare i ragazzi su tutte le possibili conseguenze legate alla guida in stato di ebbrezza alcolica, dal punto di vista legislativo, codice della strada, ma anche sicurezza personale – ha ricordato il Coordinatore D’Incecco -: nel corso dei 10 appuntamenti, conclusisi lo scorso 21 gennaio, abbiamo effettuato l’alcoltest su 451 ragazzi che frequentavano il centro storico, fra cui 346 uomini e 105 donne, queste ultime sempre più reticenti a sottoporsi alla prova. E di ciascun ragazzo abbiamo verificato il titolo di studio, l’eventuale occupazione, e le abitudini di vita, ossia se sono soliti bere ogni volta che escono e anche in quali quantità. Il primo dato emerso è che in una condizione di ‘gruppo’ il giovane lascia spesso prevalere l’orgoglio, ossia il Modavi offriva, a tutti i ragazzi trovati con un elevato tasso alcolemico nel sangue, la possibilità di farsi riaccompagnare a casa evitando di mettersi alla guida, ma tale opportunità è stata rifiutata da tutti. Ovviamente non li abbiamo lasciati abbandonati, ma li abbiamo monitorati, consigliando loro di attendere almeno un’ora prima di mettersi al volante, mangiando panini e bevendo acqua per agevolare l’assorbimento dell’alcol e quindi risottoponendoli al test prima di consentire loro di riprendere la guida. Tuttavia è evidente che dovremo migliorare l’informazione in tal senso, per indurre invece i ragazzi ad avvalersi dello strumento del passaggio a casa quando disponibile. Non solo: dobbiamo far capire al ragazzo che guidare in stato di alterazione alcolica è un problema, certamente non possiamo impedire a un ventenne di bere, ma per fare prevenzione dobbiamo puntare su gruppi di ragazzi che, a turno, indicano ogni sera un ‘guidatore prescelto’, ossia un amico che rinuncia a bere per una sera per riportare tutti a casa in modo sicuro. Molti ragazzi, che hanno partecipato al test, hanno appreso per la prima volta alcune nozioni fondamentali, come il rischio per i neopatentati di ritiro immediato della patente di guida perché per loro il limite del tasso alcolico è pari a ‘zero’. Ovviamente vogliamo continuare la campagna, ma in estate ci sposteremo sulla riviera nord ricca di locali che la sera si animano con centinaia di ragazzi”. “Ora – ha detto Diodati – abbiamo racchiuso il lavoro sperimentale condotto a Pescara in un opuscolo, un lavoro arricchito anche da 10 videointerviste anonime, che ci ha permesso di fotografare la realtà locale: innanzitutto l’abuso di alcol è più diffuso tra ragazzi culturalmente formati, diplomati, laureati, che tra giovani con un qualche disagio sociale, e infatti il 42 per cento dei ragazzi che sono risultati con un tasso alcolico superiore a 0,5 grammi per litro erano laureati; il 38 per cento studenti. La maggior parte dei frequentatori del centro storico sono giovani con una solidità economica, ossia 221 lavoratori, 191 studenti, che possono contare sull’aiuto dei genitori, e solo 38 sono disoccupati: tra i lavoratori, il 40 per cento aveva superato il limite di alcol consentito. Dei 451 ragazzi controllati, 245 erano gli ‘autisti’ che in maniera spontanea hanno sentito la necessità di sottoporsi all’alcoltest, anche più volte nel corso della serata; molti ragazzi hanno mostrato apprensione per gli effetti dell’alcol sulla condizione fisica. Complessivamente i questionari somministrati sono stati 122: abbiamo chiesto ai giovani intervistati perché si sono avvicinati al punto informativo allestito in via delle Caserme, e 67 hanno risposto di averlo fatto per verificare il tasso alcolemico, 61 per curiosità, 11 per avere informazioni sulla guida sicura, 4 per parlare di un problema, 2 perché convinti dall’operatore; 111 ragazzi hanno trovato utile l’iniziativa per informare i giovani sui rischi legati all’abuso di alcol”. “Già domani – ha annunciato l’avvocato Sartorelli – invierò l’opuscolo realizzato alla sede nazionale dell’Anci Club a Roma per l’utilità e la precisione delle notizie fornite. Da sempre sostengo che la repressione da sola non basta, il problema dell’abuso di alcol va affrontato culturalmente, nelle scuole, nei luoghi in cui i ragazzi si ritrovano, per insegnare ai giovani che nella vita non si è invincibili e che gli incidenti non capitano solo agli altri. I dati e le statistiche ci dicono che negli ultimi anni la situazione è migliorata, che ci sono meno vittime, ma non basta”. “Parlare dei rischi connessi con l’abuso di alcol è forse oggi più urgente del problema droga – ha commentato Salvati -, perché la droga è illegale, mentre l’alcol no e quindi è un nemico ben più insidioso”.

 

 


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