Processo Ciclone: la Mobile di Pescara inguaia Cantagallo che grida al "complotto"

11 Gennaio 2012   14:09  

Sfilano testi dell'accusa al processo "Ciclone", incardinato su presunte tangenti pagate ad ex amministratori del comune di Montesilvano, che si sta svolgendo a Pescara davanti al collegio giudicante presieduto da Carmelo De Santis.

Sono una trentina gli imputati, tra i quali spicca l'ex sindaco Enzo Cantagallo, anche oggi presente in aula.

Il PM Gennaro Varone, che ha coordinato la clamorosa inchiesta che azzerò la giunta guidata proprio da Cantagallo, ha chiamato a testimoniare (tra gli altri) alcuni uomini della Squadra Mobile che portarono avanti le indagini.

Oggi è stata la volta di Giancarlo Pavone che, nello specifico, ha ricostruito movimenti bancari e rivelato il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche. Per quanto riguarda i movimenti di denaro, l'ispettore Pavone ha parlato di matrici di assegni sequestrati all'imprenditore Luca Bitondo, che aveva ottenuti appalti per la manutenzione della illuminazione pubblica a Montesilvano, assegni recanti la scritta "Enzo" riconducibili all'ex primo cittadino. In aula è stata fatta ascoltare un'intercettazione telefonica tra Cantagallo e Antonella Marsiglia, l'ex comandante della Polizia Municipale (moglie dell'ex capo della Mobile pescarese, Nicola Zupo, con la quale avrebbe avuto una relazione extraconiugale) : contenuto della telefonata che smentiva quanto detto da Cantagallo nella sua lunga deposizione spontanea di dicembre a proposito dell'assenza della Marsiglia, per ripicca, all'inaugurazione della Guardia Medica in via Inghilterra.

Una telefonata di ringraziamento di Cantagallo e foto della cerimonia hanno smontato quaesta tesi, mandando su tutte le furie Cantagallo ed il suo avvocato Giuliano Milia, che hanno gridato al complotto, scatenando la durissima reazione del PM Varone. 

Poi è stata la volta dell'attuale Capo della Mobile pescarese, Pierfrancesco Muriana, che ha ricostruito fasi importanti della delicata fase di indagine, intervenendo anche su un altro passaggio - chiave:  secondo Cantagallo, Nicola Zupo avrebbe esercitato pressioni per far assumere la moglie come comandante della Polizia Minicipale di Montesilvano e poi scatenato l'indagine per una sorta di vendetta per la relazione extraconiugale.


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