Un’importante svolta nel processo riguardante la nuova sede della Regione Abruzzo sulla Tiburtina si è verificata ieri, quando il collegio giudicante ha dichiarato assolti tutti gli imputati coinvolti, fatta eccezione per l’ex dirigente Gaetano Silverii, il quale ha ottenuto un’assoluzione piena. La decisione di ieri chiude definitivamente un capitolo controverso che ha suscitato notevole interesse pubblico.
Il processo ha visto inizialmente otto imputati accusati di abuso d'ufficio, un reato che, in seguito alla recente riforma legislativa adottata dal Parlamento, non è più perseguibile. La modifica normativa ha reso inevitabile l’assoluzione per tutti gli imputati rimasti, poiché la fattispecie di reato contestata non esiste più nel quadro giuridico attuale.
Gaetano Silverii, difeso dall’avvocato Giuseppina D’Angelo, ha ricevuto un’assoluzione nel merito, accompagnata dalla formula "perché il fatto non sussiste", sottolineando l'assenza di prove a suo carico. La decisione è stata accolta con favore, poiché conferma l'integrità del dirigente rispetto alle accuse mosse.
Oltre a Silverii, sono stati dichiarati non colpevoli anche Pierluigi Caputi, Antonio Sorgi, Carla Mannetti, Emilia Fino, Gaetano Pepe, Lanfranco Chiavaroli ed Enrico Iacomini. Questo verdetto rappresenta non solo una liberazione per gli imputati, ma anche una riflessione sulla necessità di rivedere alcuni aspetti legislativi riguardanti il reato di abuso d'ufficio.
L'esito del processo per la City, che ha occupato a lungo l'attenzione mediatica e politica, segna una fase di chiusura per una questione che ha avuto un forte impatto su giustizia e politica regionale. Con l'assoluzione dei protagonisti coinvolti, si auspica ora un nuovo inizio per il progetto della nuova sede, con la speranza che venga finalmente realizzato in modo conforme alle normative vigenti e nel rispetto della legalità.