Protocollo sviluppo turismo, i dubbi di Rifondazione

20 Febbraio 2011   16:38  

"Il protocollo d’intesa per il comprensorio Gran Sasso – Ovindoli – Campo Felice, presentato a palazzo Chigi, lascia perplessi e apre più di un interrogativo. Il progetto è faraonico e ambizioso, - dicono Enrico Perilli, consigliere comunale Prc a L'Aquila e Maurizio Acerbo, consigliere regionale dello stesso partito - si parla di infrastrutture turistiche, impianti di risalita, chilometri di piste e attrezzature per attrarre visitatori in ogni periodo dell’anno.

Non è affatto chiaro, però, con quali fondi si andranno a realizzare queste strutture e quale sia la reale copertura economica in grado di dare concretezza a quanto presentato con enfasi e commozione dai politici presenti al tavolo.

Alla domanda, da parte di un cronista, rispetto ai finanziamenti, la risposta è stata: 'li cercheremo, bisogna attrarre investimenti e investitori'.

Una frase che, come scritto da un noto quotidiano locale, lascia dubbiosi e suscita qualche inquietudine, soprattutto di questi tempi. Chi saranno questi investitori, da dove proverranno questi denari, chi controllerà che il limite dell’investimento non sconfini nella speculazione?" si domandano Perilli e Acerbo.

"Come mai, - aggiungono - ci si chiede ancora, un piano così articolato e con tante e tali ripercussioni in termini urbanistici, ambientali ed economici, non è stato sottoposto ai consigli dei pur numerosi Comuni coinvolti? Un accordo di questa portata non richiedeva forse maggiore partecipazione?

L’impressione, peraltro, è che si continui a pensare a uno sviluppo turistico che passa per la cementificazione e l’aggressione al territorio, senza cercare, come avvenuto con successo altrove, una mediazione tra l’esigenza di diventare più attrattivi e la tutela della montagna, sostenendo una progettualità che crei nuove opportunità per le economie locali, partendo dalle risorse del territorio, piuttosto che aprirsi a “colonizzazioni” in cui il margine di guadagno è percepito in maniera direttamente proporzionale ai metri cubi di cemento che si potranno realizzare.

Basta guardare all’esperienza di realtà vicine, come Pescasseroli, per comprendere come si possa creare un’offerta turistica ampia e vitale in ogni periodo del’anno, che trae ricchezza proprio dalle attrattive del territorio,  determinando al contempo un ritorno, prima di tutto, per la comunità locale , anche in termini di nuove prospettive di lavoro e di impresa giovanile: percorsi guidati alla scoperta della natura, ippovie, agriturismi, fattorie didattiche. Sci, insomma, ma non solo. E, a proposito di sci, un’ultima riflessione. A quanto pare si continuano a programmare, sul Gran Sasso, impianti di risalita a quota 1.500 – 2000 metri, quando si sa bene, ormai, che a quei livelli è difficile avere un adeguato innevamento e si rischia che queste costosissime infrastrutture facciano la fine degli impianti di Montecristo.

Maggiore chiarezza e partecipazione, come si vede, sarebbero decisamente opportune".


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